Vista da dietro, dalla difesa, è un’ingiustizia, una clamorosa ingiustizia: e vabbé che le sue mani cingevano Lewandowski – con il polacco che s’aggrappava a Fernandez, e al novantaquattresimo, dopo una abbondante doccia, il veleno resta appicciato sulla pelle di quel «flaco» che ancora non ci crede. «Non si può dare un rigore del genere, non ci sta una decisione del genere. Ma ora dobbiamo metterci al lavoro per riprenderci in fretta». Vista dalla metà campo, dalla corsia, dai margini d’una partita presa di fianco, quel 3-1 è una beffa, una clamorosa bugia: ed al Mertens che s’infila, stavolta sì nel Fernandez: Assurdo il rigore fischiato dall’arbitro Carballo Adesso rimettiamoci subito a lavorarecuore della nottata, riesce difficile digerire una sconfitta che
mette a rischio la qualificazione in Champions League e induce a svoltare, però con decisione, contro l’Arsenal. «Perché noi abbiamo giocato all’altezza del Borussia Dortmund, perché abbiamo creato anche varie occasioni» . Già, perché?
TRISTEZZA VA VIA – Vista dall’attacco, da quella fetta di terra che Insigne s’è preso al volo ed ha tenuto per sé e per il Napoli, è una beffa o comunque un errore compiuto dal destino, ed ora la malinconia va scacciata a pedate o magari con qualche veronica, perché in quell’espressione distante, distratta, svagata di Lorenzino, il magnifico scugnizzo che entra, osa, va all’uomo contro uomo, trova il guizzo per riaprire, ma soltanto per sette minuti, quella partita, resta vibrante l’ottimismo: E’ finita, ma non del tutto: perché mancano ancora novanta minuti, quelli con l’Arsenal. «Mi spiace segnare reti inutili: sono contento per il gol, che dà una gioia effimera. Ad un attaccante fa sempre piacere cogliere soddisfazioni personali, ma poi ci vuole il risultato ed il 3-1 vanifica tutto, spegne la felicità. Però siamo duri, vedrete contro l’Arsenal quale sia il nostro carattere».
TUTTI A CASA – Ed allora, si viaggia attraverso la speranza che il San Paolo qualcosa possa, che in quell’undici dicembre ci siano sessantamila cuori per trasformare la capanna in una bolgia, per trasformare la delusione di quel 3-1 di Dortmund nella esaltazione collettiva d’un 2-0 da afferrare disperatamente, magari aggrappandosi a qualche altra diavoleria di quel «monello» tornato ai suoi livelli e capace ancora di magie: «In questo momento prevale l’amarezza per non essere invece riusciti a vincere o a pareggiare, per non aver conquistato la qualificazione qui, dopo aver giocato una gran bella partita. Ci sono capitate le occasioni giuste, però non siamo stati in grado di concretizzarle. Loro sono stati più bravi proprio quando si sono ritrovati le chance per segnare. Però nell’ultima giornata sarà diverso: noi avremo i nostri tifosi che ci daranno una mano».
CI CREDIAMO – Dortmund è andata e la si veda da dietro, dal mezzo, da lì davanti, la si rilegga dalla difesa, dal centrocampo o dall’attacco, è inutile perdersi dietro ciò ch’è stato: perché tra un’ora e mezza esatta – l’ora e mezza con l’Arsenal – servirà la toccata e fuga d’Insigne e un Napoli senza macchia, senza paura : «Avremo il vantaggio dei nostri sostenitori al fianco e il nostro stadio è una forza. Però in questa sconfitta si è visto finalmente il vero Napoli: perché è vero che abbiamo perso ma è altrettanto vero che abbiamo giocato bene»
Fonte: Corriere dello Sport
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