Nello spogliatoio poco prima del match il momento più emozionante: Hamsik gli consegna la fascia di capitano. Insigne abbraccia Marek e indossa per la prima volta i gradi di leader, un altro napoletano dopo Paolo Cannavaro. Comunicata la formazione e quindi l’esclusione dall’undici titolare di Marekiaro, Benitez ha voluto spedire un segnale eloquente alla squadra e al talento di Farttamaggiore: fiducia a Lorenzinho che si sta giocando la chance della sua vita, ovvero il mondiale in Brasile. «Un grande attestato di stima, una bella soddisfazione»: emozionato Antonio Ottaiano, uno dei procuratori del fantasista napoletano. Partita avara di spunti sotto rete, per intenderci poche, pochissime volte si è visto in zona gol ma il pezzo di pane se l’è guadagnato ugualmente: Insigne è partito sull’out sinistro, poi ha invertito la posizione con Mertens. Ma è stato ancora il migliore degli attaccanti nel garantire la fase di copertura. «Un pomeriggio indimenticabile, una partita fondamentale e una vittoria che ci sta tutta: la fascia è stata la ciliegina sulla torta»: Insigne dispensa sorrisi nel ventre del San Paolo. Da due mesi senza gol, l’ultimo centro nella trasferta di Sassuolo: il digiuno lo fa peccare di egoismo più volte. Nella ripresa ha sprecato qualche contropiede di troppo, avrebbe potuto servire compagni meglio piazzati. Per un attaccante si sa quanto sia importante il gol ma non è questo il dato che fa riflettere Benitez: l’allenatore spagnolo cerca equilibrio. «La nostra fase difensiva non è perfetta, si difende con tutti i reparti. Ad esempio, il lavoro che fa Insigne è fondamentale, sotto questo aspetto è migliorato tantissimo»: anche il tecnico ha nuovamente elogiato Insigne, che ha inseguito la rete in ogni modo. Anche dagli undici metri: sul rigore che ha regalato il vantaggio agli azzurri ad inizio ripresa, s’è avvicinato a Higuain. «Tiri tu? Te la senti?» gli ha detto. L’argentino ovviamente non s’è tirato indietro: «Tranquillo Lorenzo, calcio io». Insigne giura che il gol non è un’ossessione. «L’importante è il risultato finale. Volevano vincere per blindare il terzo posto e ci siamo riusciti. Conta la prestazione, non il successo personale»: parole da capitano, ulteriore conferma della crescita di Lorenzo atteso da un mese decisivo. La conquista della zona Champions, la finale di coppa Italia e quel benedetto sogno chiamato Brasile. «Ma ora sono concentrato sul Napoli, vogliamo chiudere la stagione alla grande» è il suo ritornello. La fascia di capitano non è un semplice attestato di stima ma un messaggio lanciato da Rafa a tutta la squadra. Come l’esclusione di Hamsik e Callejon, le precedenti sostituzioni di Higuain, il cambio di Albiol. In questo Napoli dove non esistono più intoccabili, Insigne scala posizioni in attesa del segnale giusto da Prandelli.
Fonte: Il Mattino
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