Armando Izzo pochi giorni fa era a Scampia, con Fabio e Paolo Cannavaro, a giocare sul campo di calcio dell’Arci dove ha mosso i suoi primi passi. «Questo ragazzo è bravo davvero, ma bravo bravo», accennarono i fratelli della Loggetta parlando del ragazzino del Genoa ma cresciuto nel settore giovanile del Napoli. Quasi una investitura ufficiale. Perché dieci giorni dopo, Izzo è lì al fianco di Pavoletti e Sportiello a Coverciano, a contendersi un posto per l’Europeo in Francia. «Ho solo il venti per cento di possibilità di farcela». «Farcela» per un ragazzo come Armando significa tutto e il suo contrario. Vuol dire prendere la rincorsa, chiudere gli occhi, lanciarsi, e sperare che ci sia qualcuno pronto ad acciuffarti. «Il primo è stato Mazzarri: arrivai a Folgaria nel ritiro dei grandi e non avevo neppure le scarpette adatte per potermi allenare. E allora il mister me ne regalò un paio. E ora le conservo ancora, come il più caro e dolce dei miei ricordi». L’Italia è una specie di cantiere, col ct Conte che sembra essere travolto da dubbi amletici: tra un mese e mezzo andrà al Chelsea, eppure continua a chiamare gente nuova neppure dovesse toccare a lui il compito di gettare le basi per il futuro della nostra Nazionale. Probabilmente (ma qui, ormai, tutti tolgono il probabilmente) toccherà a Giampiero Ventura il compito ad agosto di guidare l’Italia verso la Russia e il mondiale del 2018. Magari proprio con Fabio Cannavaro alla guida dell’Under 21.Conte ha voluto veder da vicino le nuove leve, i volti nuovi espressi dal campionato. E allora uno vicino all’altro ci sono Pavoletti, Sportiello e, per l’appunto Izzo. In quella mattina di festa a Scampia, il sorriso di Izzo è passato quasi inosservato: i bimbi e i loro entusiasti genitori erano troppo presi a scattar foto ai Cannavaro e a Lippi per potersi dedicare a quel ragazzotto che in fondo è cresciuto lì e che spesso va in giro per quei palazzoni color grigio. La tuta azzurra dell’Italia gli dona, non c’è che dire. «È Fabio Cannavaro il modello di difensore a cui mi ispiro. È un onore essere un suo amico e dare una mano alla sua Fondazione. Ma mi piace tanto anche Nesta: il suo stile non era secondo a nessuno». Napoli, di sicuro, non insorgerà se Izzo non dovesse essere convocato. Anche se, e Conte farebbe bene a ricordarlo, le squadre coraggiose nascono da scelte coraggiose. Ma magari ci sarà qualcuno che storcerebbe il naso (per esempio Sacchi) nel caso in cui nella lista dei 23 che verrà diramata lunedì sera, non comparirà il nome di Lorenzo Insigne. Sempre ai margini del gruppo Conte, la sua chiamata avrebbe una certa logica e non sarebbe certo un ripescaggio: è vero che ha finito la stagione in leggero calo, ma è stato ottimo protagonista nella parte iniziale e centrale della stagione. Prima con Benitez e poi anche con Sarri, ha allungato la copertura di fascia e potrebbe proporsi anche come esterno offensivo di centrocampo. Il ct anche ieri ha insistito nel provarlo nel tridente sul lato sinistro. Esattamente come lo utilizza Sarri. Lui ha svolto al meglio i compiti assegnati. D’altronde, Lorenzo ha orgoglio sfrontato da campioncino vero che divampa nelle notti speciali. E anche a Coverciano, in questi giorni, ha mostrato di essere in gran forma. Quanti sono in Italia i giocatori che possono cambiare la vita con una giocata? Eppure Conte non sembra far pazzie per Lorenzo, non pensa che sia un giocatore irrinunciabile, di quelli intorno a cui far ruotare l’Italia. Magari andrà meglio con Ventura.Izzo, che con Insigne e Immobile compone la colonia di napoletani che sognano l’Europeo è chiaramente al settimo cielo. De Rossi lo ha già messo sotto la sua ala protettiva. Scherza. «Ne devi fare di strada per arrivare a 101 presenze…». In effetti, ad Armando basterebbe già partire per la Francia. D’altronde come Pavoletti («Potrei essere il nuovo Pablito») e il giovanissimo Sportiello, in odore di Napoli. «Sono reduce dalla prima stagione da titolare, e mi sembra davvero una gioia infinita essere qui a giocarmi la possibilità di un posto alle spalle di Buffon. Il Milan, facendo giocare Donnarumma, ha mandato un segnale importante a tutte le big: i giovani non hanno paura delle responsabilità. E neppure io ne ho». Sa del Napoli, conosce le voci che lo vogliono a un passo dal divenire il vice di Reina. Ma la prende alla larga. «Ora spero solo di convincere Conte. Non è facile. Ma se sono qui, vuol dire che qualche possibilità ce l’ho anche io». Tra quelli con cui ha scherzato di più nelle ultime ore è stato proprio Jorginho. Magari si è fatto spiegare come è la vita a Napoli
fonte: ilmattino.it
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