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Inler, uno svizzero in giro per la città

Uno svizzero nel cuore della città. Tra la gente. A respirare l’aria impregnata di mille odori, in quella sorta di ferita aperta che spacca in due il cuore di Napoli senza farla sanguinare. Un ragazzo come tanti acclamato come un eroe: “Sei il nostro Masaniello” , gli urla un tizio. E lui sorride. Perché sia chiaro, Gokhan Inler sa perfettamente chi è Masaniello. “Grazie! Con il Villarreal ci hai fatto sognare” , gli dice un altro. E via a stringere mani, a scattare foto e firmare autografi. Spaccanapoli è un mare di passione e lui, Inler, ha nuotato felice e orgoglioso. 

LA ROMA – E allora, racconto di una giornata speciale. Di un lunedì diverso dagli altri. La squadra è in permesso? Bene, sotto a chi tocca: a Napoli, è ovvio, una città da scoprire e assaporare, soprattutto perché a Natale, o giù di lì, l’atmosfera cambia e la magia ti avvolge e ti tempra. Gokhan il turista ha girovagato per un bel po’, insieme con amici stranieri e turisti come lui, trascinandosi con passo fiero ma rilassato tra i vicoli e le strade, l’arte e il mare, lo stadio e le chiese. Santa Chiara e il San Paolo; e poi San Gregorio Armeno: tris di santi e di aneddoti, clic, che foto, e dai che affetto. La gente impazzisce in diretta, e chi se l’aspettava? Ma quello è? Sì, è Inler: “Mamma mia che gol che hai fatto in Spagna. Per fortuna” , ripete il popolo questa sorta di motivetto. “Ora faccene un altro con la Roma!”. Poi, la quiete: di Marechiaro. Incanto e delizia. Pranzo e pescatori. 

SUL PRESEPE – Cartoline e fotogrammi, insomma. Che Inler ha impresso nella sua mente come i napoletani hanno fermato per sempre l’immagine di quel gol del Madrigal: il primo. “Finalmente” , ha ripetuto lui all’infinito. Domande a raffica della gente e anche di Gokhan detto Gogi, che da bottegai e ciceroni improvvisati s’è fatto spiegare un bel po’ di segreti del centro storico: i Decumani consumati a passo di carica, e poi la sosta negli antri dei maestri dell’arte presepiale. Sosta con omaggio: Genny Di Virgilio, giovane artigiano, gli ha consegnato il pastore a lui dedicato. Inler sul presepe. Lui quasi non ci crede. Ma Napoli è così. Ti conquista e ti rapisce. 

LA VERITà – E se fino a quel momento il centrocampista svizzero s’era più che altro dedicato a paesaggi (dal Vesuvio a Posillipo) e palazzi reali (da piazza Plebiscito a Caserta), lunedì ha potuto assorbire l’energia della Napoli vera e verace. Teatrale e poetica. Di Terra Mia e del Musicante di Pino Daniele; delle pizze fritte dei film in bianco e nero. Hanno scoperto un po’ di verità, Inler e i suoi amici. E il fascino immortale della contraddizione. 

IL MARE – Idee chiarissime, invece, sul resto della giornata: un passaggio al San Paolo, perché per lui quello è un tempio da visitare con devozione, un passaggio nel salotto di Chiaia e sul Lungomare. Ama il mare. E lo sceglie anche come sfondo del pranzo: la Finestrella a Marechiaro, pesce fresco e la storia della finestra tradotta in versi da Salvatore Di Giacomo. Curiosità su questo gruppo di turisti anche in fondo alle scale e alle rampe che scendono ripide fino alla piccola baia protetta come un’oasi. Laggiù, sì che i pescatori esistono ancora. In Svizzera, di questi tempi, il freddo è pungente: a Napoli c’è qualcuno che, nelle giornate di sole, fa ancora il bagno a mare. Gokhan non credeva. Non immaginava. Ora lo sa.

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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