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Inler, solo pochi acuti. Scatta la pausa di riflessione in panchina

L'ex Udinese ha bisogno di rifiatare dopo prove davvero opache nell'ultimo mese

Ma questo, è il vero Inler? Mannaggia, però. Perché poi 18 milioni (euro in più o in meno, per il calciatore svizzero più costoso in assoluto) non son mica bruscolini. E parevano (inizialmente) spesi bene, al fine di assicurare a Mazzarri un ben saldo riferimento a centrocampo. Che avesse, come da precisa richiesta, determinate caratteristiche. Che potesse dare ordine, ma anche spezzare le trame di gioco avversarie, che potesse contrastare, ma anche creare occasioni per il reparto avanzato. E facendolo pure con una certa solerzia. Insomma la famosa qualità unita alla quantità. Si è voluto pretendere troppo? Beh, stando a quello che trapela dai bilanci di un anno e otto mesi (più di una stagione e mezza), cioè da quell’11 luglio 2011, data del suo arrivo, diremmo di sì. Il rapporto qualità-prezzo (calcolato sul rendimento) è sicuramente sbilanciato, poiché il Re Leone s’è rivelato piuttosto sornione in tutto questo tempo, riservandosi di cacciare gli artigli e dare zampate esiziali solo di tanto in tanto. Un po’ poco per un giocatore che era stato corteggiato per anni, e a più riprese richiesto ai Pozzo. Mentre il prezzo saliva… poiché i giorni di Udine erano stati in definitiva ben più felici. Laddove il capitano della nazionale elvetica, nelle quattro stagioni in bianconero, s’era rivelato ben più determinante e determinato, tanto da assicurare ai friulani continuità di rendimento ed adeguate geometrie nel reparto di competenza. Qui no invece, diciamocelo francamente. E non traggano in inganno le cinque reti già messe a segno in questa stagione (una al Milan, due al Pescara, poi Palermo e Juve). Certo, quei cinque traccianti che portano l’orma distintiva del ventottenne di origine turca, hanno giovato e non poco alla causa azzurra, ma per contro s’è visto in campo un Gokhan a scartamento ridotto, con la luce più spenta che accesa, spesso depotenziato e solo a tratti armato di quel furore agonistico che aveva richiamato l’attenzione di tanti club (anche la Juve ci aveva fatto più di un pensierino). Presenze in campionato 63 nelle due stagioni (in totale 84) con corredo di 7 gol, ma più volte facendo storcere musi e scuotere teste. Quindi Inler “involution”? In definitiva nemmeno di questo si può parlare, perché una vera e propria esplosione non c’è mai stata. Ma, solo acuti mantenuti per breve tempo. E adesso l’inevitabile pausa di riflessione.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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