NAPOLI – C’è voluto un po’ di tempo prima di realizzare cosa Benitez s’aspettasse dai suoi centrocampisti centrali. Ma Gokhan Inler prima di essere un calciatore dalle grandi doti tecniche è soprattutto un atleta scrupoloso quanto intelligente. Si confronta con l’allenatore; rivede le sue prestazioni al videotape; si confronta con i compagni. Ed ora il neo capitano della nazionale svizzera, ieri sera impegnato con l’Albania per una qualificazione al Mondiale già quasi in tasca, è diventato il faro del centrocampo partenopeo. Tanto da sorprendere anche l’allenatore per i progressi compiuti. Dai piedi di Inler passa, infatti, gran parte del gioco del Napoli. Non a caso, con De Rossi della Roma guida la classifica di coloro che hanno effettuato più passaggi nell’arco di una gara: 495. Pur avendo giocato una partita in meno da titolare. Pur avendo centrato meno la porta nei tiri da fuori. Ma Inler nelle ultime partite è cresciuto in maniera esponenziale: partecipa più attivamente al possesso-palla; è più veloce di pensiero; riesce ad essere spesso preciso sia nella battuta corta che lunga. E questo è frutto di un’applicazione costante; della grande voglia di esaudire le aspettative del tecnico; del desiderio di far ricredere tanti sul proprio conto. Gokhan Inler sta diventando un elemento chiave nel disegno tattico del tecnico spagnolo ed oggi anche della nazionale elvetica, che si avvale della sua perspicacia tattica per farsi largo tra i giganti del calcio mondiale anche in vista di Brasile 2014. «Oggi la reputazione di molti calciatori svizzeri è cambiata. Hanno realizzato che siamo professionisti seri ed affidabili. Ed invece di andare solo in Germania, alcuni stanno arrivando anche in Italia. Io sono contento di essere maturato a Napoli e non m’infastidisce ricevere tanto affetto per strada. Sentirsi amati è una bella sensazione», ha dichiarato al portale Aargauer Zeitung.ch.
IL CAMBIAMENTO – Inler ha dovuto mettere tanto di suo per calarsi nella filosofia di gioco predicata da Benitez. Un anno fa aveva stabilito il record personale di gol con la maglia azzurra (sei reti) ma giocando in maniera differente. In un centrocampo a cinque, laddove in fase passiva riceveva maggiore collaborazione e nelle ripartenze toccava temporeggiare per attendere l’inserimento di uno degli esterni. Con Benitez, invece, deve farsi trovare sempre pronto allo scarico per i compagni, velocizzare il gioco, ripiegare e contrastare, ed all’occorrenza presentarsi anche al tiro che è uno dei suoi pezzi forti.
Nelle ultime partite è stato esemplare nell’interpretazione del ruolo tanto da meritare i complimenti di Benitez. Finalmente “re leone” era riuscito ad indossare anche la maschera di “re del centrocampo”. Un regista moderno quanto efficace. Non il play maker vecchia maniera, bensì un calciatore capace di rendersi prezioso per ogni evenienza in cabina di regia. E tanto ha contribuito anche la vicinanza di Valon Behrami, suo connazionale e collega di nazionale, nonché il prodigarsi di Callejon ed i riferimenti che offrono a turno Albiol, Higuain, Insigne e da un po’ anche Mertens. Non dovendo più cercare Cavani o Maggio, poi, Inler ha tante soluzioni per smistare il pallone. Ed ora si appresta alla sfida nella sfida con De Rossi per i passaggi effettuati nel corso di una partita.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
L.D.M.
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