Il ruggito del leone: è quanto vorrà sentire il popolo azzurro a Pescara. Un leone di nome Gokhan. Una maschera divenuta etichetta. E allora, il ritorno: dopo cinque panchine, sabato all’Adriatico Gokhan Inler tornerà in campo dal primo minuto. Al fianco di Dzemaili, collega e compagno di Nazionale che, dopo il Chievo, ha costruito e occupato una delle case della mediana, al fianco di Behrami, e soprattutto non è mai stato più sfrattato. Concorrenza sana, certo, ma pur sempre concorrenza spietata: Inler ha sofferto, scalpitato, ha lavorato in silenzio da gran professionista e atteso la chance. Che arriverà tra quarantottore. Con il dolce, soave ricordo dell’andata: bum-bum, doppietta al San Paolo all’ora dell’aperitivo e tanti saluti. Ancora quarantotto ore. Come al cinema.
IL COLPO – Non è finzione, bensì realtà la storia venuta fuori dopo la batosta di Verona con il Chievo. Una storia amara, per Gokhan detto Gogi, cominciata con l’Atalanta, con la prima panchina, e proseguita con la trasferta dell’Olimpico torinese: il capitano svizzero rientra acciaccato dagli impegni ciprioti con la Nazionale e dunque è costretto a disertare la partita con il Toro. Quella dei tre gol di Dzemaili, per intenderci: impossibile, per Mazzarri, non riconfermare il goleador di giornata nella successiva sfida con il Genoa. Guarda caso marchiata ancora dal fuoco di Dzemaili. Il passo è breve: ancora titolare l’uno con Milan e Cagliari, ancora in panchina l’altro. Fino alla nuova chance di Pescara: Behrami è squalificato e tocca a Inler.
IL RICORDO – Dunque, bentornato Gokhan. Un giocatore di enormi qualità; un potenziale importantissimo che, a onor del vero, a Napoli è riuscito finora a esprimere soltanto in parte. Equivarrebbe a un torto nei suoi confronti, dire che il San Paolo ha visto e applaudito sempre il vero guerriero. E pensare che la stagione era cominciata sotto l’auspicio delle stelle più luminose: ottime prestazioni e anche un po’ di gol. Le saette tanto attese e invocate dal popolo azzurro: cinque, più o meno in fotocopia; tutte a Fuorigrotta, da fuori area e a coronamento di esecuzioni meravigliose di destro e sinistro. Colpiti e affondati il Milan, il Palermo, la Juve e il Pescara. Due volte, per la precisione: sì, la prima doppietta della carriera italiana risale proprio al primo round con gli uomini d’Abruzzo.
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