Mai stuzzicare il can che dorme, né tanto meno la belva ferita. Soprattutto se questa belva è un (re)leone in stato di torpore e con qualche escoriazione da sanare. Sperando naturalmente che lo stato soporifero s’interrompa in vista della primavera (e già ci siamo), e che riesca a liberarsi da quella catena che gli preclude alcuni movimenti.
NON MOLLA MAI – Chi, se non Gokhan Inler? E’ un altro dei tanti azzurri che non si dà mai per vinto. Certo, non sono state e non sono solo rose per l’elvetico apparso a Napoli con la maschera del “Re Leone” . Ci sono anche alcune fastidiose spine che provocano graffi ed andrebbero rimosse. Ci sono, a dirla in breve, cose che quadrano in questo suo percorso partenopeo ed altre ancora governate da una certa approssimazione. Ma su questo torneremo in seguito. La cosa più importante, al momento, dopo il “deep” ma non tanto fruttuoso “impact” con la Juve, è che non ha perso il suo (innato) spirito battagliero. Affidando chiari segnali di riscossa, ma condita con un pizzico di prudenza (che non guasta mai), giorni fa ai suoi tweet, sempre più proiezioni dei suoi pensieri. «Mancano ancora tante partite e tante battaglie…» , per prima cosa.
E CARICA – Non solo indizi di ottimismo, perché poi: «Dobbiamo vincere per non perdere di vista la Juve. Assurdo mollare proprio ora che mancano ben due mesi e mezzo. Ci servono i tre punti di Verona anche per tenere a bada le inseguitrici» . Propositi chiari, esplosi a raffica, affinché il suo desiderio di caricare e quindi caricarsi, appaia esplicito a tutti. Dopo che il ruggito del leone (un po’ in letargo e un po’ sofferente) s’è abbattuto come uno schiaffo sulla faccia della Vecchia Signora.
IL TIRO – Un gol dei suoi, di quelli che partono in un certo modo e non si sa come e dove finiscono, anche se stavolta c’è una piccola responsabilità di Bonucci. Un tipo di tiro ormai divenuto infido quanto singolare. Ma soprattutto seriale. «Tiro così perché me l’ha insegnato mio padre» . Ecco spiegato l’arcano, comprensivo di piccolo “ingrediente” balistico segreto, per far sì che la palla riesca ad assumere quelle imprevedibili traiettorie. Ora le difese avversarie ne hanno preso coscienza e spesso, improvvisamente, fanno mucchio quando Gokhan si avvicina al limite dell’area.
MA… – Ma, se quel missile al veleno che ha sviluppato e perfezionato, non gli ha mai dato tante soddisfazioni come in questa stagione, da un altro canto i conti non tornano appieno se si prova a fare un bilancio sulla scorta delle prestazioni. In questo anno e quasi otto mesi di Napoli, “Gogi” ha in definitiva convinto o no? Diciamo “nì” . Perché ha intervallato prestazioni gagliarde a pause piuttosto lunghette. Con la sensazione sempre più incalzante che il mediano patito di boxe, non possa fare assieme il carpentiere e anche l’architetto. Che non possa cioè unire quantità a qualità in modo impeccabile, anche se entrambe le caratteristiche sarebbero nelle sue corde. Questione di sincronismo? Mah, forse questione di tranquillità, visto che in qualche occasione, con due guardie (svizzere)del corpo ai lati (Behrami e Dzemaili), è riuscito a giostrare con più velocità ed efficacia. Mentre, se costretto ad inseguire un Vidal (o chi per lui) per contrastarlo, in più occasioni ha perso la bussola. Resta però il fatto che ha già segnato ben 5 gol in 26 presenze (record in carriera) confermandosi tassello importante per questo Napoli. In attesa della sua versione migliore.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
