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Inler: “Il Napoli non è stanco, ripartiamo”

Il centrocampista svizzero: "Per un giocatore la piazza partenopea è il massimo"

Ricominciare, eh già: come se fosse facile, mentre il dolore ancora avvinghia (« Io Piermario lo conoscevo bene, ci avevo giocato assieme a Udine e la sua scomparsa è stata una tragedia »).
Ricominciare, maledizione: sistemando il pallone al centro dei pensieri, lasciando che la vita continui. Ricominciare, però dopo essere (virtualmente) accomodati sul lettino dello psicanalista per confessare a se stessi ciò ch’è stato del Napoli. « La delusione di Londra è stata grossa ». Ricominciare da lì, dall’illusione di Inler, prendendo il meglio di un anno che non può scivolar via nella malinconia calcistica.
Inler, un motivo per credere ancora nella Champions.
«Mancano sei partite, sono tante. E poi noi siamo una squadra che ha qualità, dunque… Possiamo dire ancora la nostra, andando avanti senza fare calcoli: si vive alla giornata ed ogni partita, come dice Mazzarri, andrà considerata una finale».

Il vero Napoli è sfiorito all’improvviso.
«E’ evidente che stiamo vivendo un momento difficile e che nelle ultime settimane avremmo potuto fare di più: però il calcio è questo, offre situazioni favorevoli e altre deludenti. Ma bisogna rialzarsi e noi abbiamo la forza per riuscirci».

Avete trovato almeno un perché?
«Abbiamo avuto modo, in questi giorni, di parlare tanto tra di noi, di analizzare la situazione e anche di reagire per cercare di chiudere nel migliore dei modi questo campionato. Ci sono parecchie gare e poi ce n’è una che è speciale…». 

L’argomento della riflessione collettiva?
«Lavorare, lavorare tanto per tornare al top. Noi non ci siamo mai sottratti e penso che i risultati si siano visti; però adesso ci sono ulteriori motivazioni: sappiamo cosa valiamo e siamo consapevoli delle nostra forza, fisica e morale. Bisogna superare questa crisi che è soprattutto di risultati. Il confronto è servito per analizzare l’ultimo mese».

Secondo lei, problema fisico o mentale?
«Bella domanda… Alla quale è superfluo dare risposte, perché ciò che conta è il responso del campo. E nelle tre recenti sfide abbiamo perso. Dunque…».

Perdoni, l’impressione ispirata dal campo induce a pensare che la sconfitta con il Chelsea sia stata la principale causa dell’appannamento.
«Non è stato per niente semplice digerire quella eliminazione: avevamo in mano la qualificazione ai quarti di finale; siamo andati a sfidare una grandissima squadra, carica di esperienza, in casa sua, eppure stavamo per farcela. Volevamo una prestazione ricca di contenuti, di spessore, ma non ci siamo riusciti». 
E ora?
«Dare un riscontro al lavoro di questi ultimi giorni, alle chiacchierate nello spogliatoio. Riprendere per tornare a essere quelli che eravamo. E’ un momento complicato ma sappiamo di avere al nostro fianco il pubblico: senza l’appoggio dei tifosi non si va da nessuna parte, sono fondamentali. Hanno capito quel che abbiamo provato».

Le gambe per un po’ vi hanno abbandonato.
«E’ superfluo soffermarsi su alcuni aspetti: sabato sera si gioca, unica nostra volontà è conquistare i tre punti. Chi scenderà in campo darà tutto quello che ha come sempre fatto».

Inler visto da Inler: come giudica questa sua prima stagione napoletana?
«Penso sia positivo. Sono contento della mia scelta e sono felice del percorso compiuto assieme ai miei compagni: la delusione del momento non cancella soddisfazioni che rappresentano ricordi lieti; in Champions siamo stati bravi nel superare il turno in un girone con avversari fortissimi e siamo stati ad un passo dalla qualificazione ai quarti. In campionato abbiamo rallentato nelle ultime gare e poi verso fine maggio c’è la finale di Coppa Italia. Ora bisogna chiudere il cerchio e per farlo serve la reazione che il Napoli vuole». 
A Udine era più semplice, meno pressioni?
«Per un giocatore, Napoli è il massimo. E poi penso che complessivamente, fino a questo momento, sia andata bene. Chiaro che tre sconfitte non fanno piacere ma siamo nelle condizioni giuste per riscattarci. Da qui alla fine della stagione restano da affrontare sfide importanti: la speranza della gente, ovviamente, è di vincerle tutte; chi gioca, invece, non si mette a fare tabelle: stavolta si pensa al Novara; poi andremo a Lecce… Una alla volta».

La Juventus è lontanissima…
«Manca quasi un mese, abbiamo il campionato adesso….». 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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