Il primo gol se lo è riservato nella serata più importante, nella notte di Champions più intensa, quella che per lunghi tratti ha bloccato la squadra azzurra. Inler, lo svizzero-tedesco, il freddo: suo il gol che ha messo avanti il Napoli. Il primo, quello che attendeva tanto e che si è riservato per la partita più importante, quella con il Villarreal che vale l’accesso agli ottavi di Champions. Lascia scivolare il pallone guarda un attimo il portiere e calcia con il sinistro: un tiro dritto per dritto, un tracciante sul primo palo, sopreso Diego Lopez.
«Ho aspettato a lungo questo primo gol – racconta con un po’ di emozione – sono contento per me e per la squadra. Questa rete la dedico ai nostri tifosi».
Gokan Inler, l’acquisto estivo più importante, quello costato più di tutti sul mercato italiano finalmente ha colpito. Quindici milioni il Napoli ha investito su di lui, l’ex regista dell’Udinese era un pallino di Mazzarri, inseguito a lungo già la scorsa stagione. Fin qui un rendimento normale, qualche partita al di sopra della media, altre sufficienti.
Si attendeva l’acuto, la giocata che lasciasse il segno. È arrivata al momento giusto, contro il Villarreal. Per una storica qualificazione. Tutta da vivere.
«Abbiamo meritato di andare avanti – racconta Inler – siamo forti e possiamo crescere tutti insieme».
Eppure qualche attimo prima aveva provato con il destro, che poi è il suo piede, calciando alto. M il nazionale svizzero, abituato a certe pressioni, non si è fatto condizionare dalle difficoltà iniziali del Napoli che erano poi anche le sue difficoltà. Qualche imprecisione di troppo nei passaggi, a tratti non grande lucidità. Ma nel momento importante ha colpito.
Un gol festeggiato con una danza particolare, un balletto in campo con gli altri compagni in maglia grigia, quella della Champions che aveva già funzionato nella prima trasferta contro il Manchester City.
«Ora – conclude Inler – dobbiamo essere concentrati sul campionato, non c’è tregua. Penseremo al sorteggio al momento giusto».
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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