Nel giorno in cui il Napoli si gioca il suo futuro in campionato, Mazzarri s’aggrappa alla voglia di riscatto del giocatore-simbolo della sua campagna acquisti: Gokhan Inler. La gara contro il Siena diventa un preciso test che dovrà dare una chiara idea di quali siano i mezzi della squadra azzurra: riuscirà a vincere in Toscana e rilanciarsi nella lotta per un posto tra le grandi della serie A dopo il passo falso interno contro il Bologna?
Alla fine potrebbe succedere che nella gara del Franchi il tecnico di San Vincenzo decida di affidarsi al modulo con i «fantastici quattro» in campo fin dall’inizio. È capitato solo una volta, in questa stagione: Mazzarri «sacrificò» proprio il centrocampista svizzero per piazzare uno vicino all’altro Pandev e Lavezzi. Quella volta a Novara non è che sia finita molto bene contro la banda di Tesser.
Potrebbe succedere anche domani che il giocatore-simbolo venga tenuto a riposo per far spazio ai tre attaccanti. Un’idea, solo questo. Niente di più. Lavezzi non è al top della condizione e il gigante in mezzo al campo dà comunque certezze tattiche che il Pocho (e lo stesso Pandev) non danno.
Col Bologna Inler è quello che meno ha inciso ma diverse sono state le prove in questa stagione in cui ha collezionato giudizi negativi. Eppure è l’icona del centrocampo, praticamente l’unico inamovibile che Mazzarri ha schierato con soluzione di continuità, per un totale di quasi 1350 minuti. Titolare 14 volte su 18 gare: tre volte è partito dalla panchina e tre volte è stato sostituito (solo con l’Atalanta non è stato convocato perché indisponibile). Le tre volte in cui non è partito titolare sono coincise con altrettante trasferte contro le piccole: col Chievo (poi ha preso il posto di Maggio), col Cagliari (è subentrato a Gargano) e per l’appunto a Novara (è entrato al posto di Dossena).
Per la prima volta, però, il nazionale elvetico e il Napoli devono fare i conti con qualcosa di inedito: Inler ha probabilmente lavorato un po’ troppo e forse, adesso, non è più un intoccabile. Il fatto che contro il Bologna Mazzarri lo abbia lasciato in campo comunque fino alla fine nonostante col passare dei minuti si muovesse come un estraneo al resto della squadra, ha destato qualche perplessità.
Soffre un po’ troppo il fiore all’occhiello del mercato azzurro. Forse né Gargano né Dzemaili sono i partner giusti per consentigli di fare ciò in cui ha sempre brillato nelle quattro stagioni in Friuli: sradicare palloni, picchiare come un fabbro e lottare per tre. Mazzarri gli ha dato l’incarico di dare aria alle stanze: di rubare palla e di sventagliarla ai quattro angoli del campo, così per far respirare meglio tutti. E nelle ultime gare non lo ha fatto bene. Contro il Siena Walter Mazzarri chiederà ai suoi una partita con «l’adrenalina da Champions League» e tutti si attendono un Inler più rapido: non solo nella corsa ma anche nel pensiero.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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