Ogni promessa e debito: e ciò ch’emerge da una serata dominata dai fantasmi di Torino e dell’Ucraina, è il carattere che abbonda in una squadra presa per mano. Si scrive Inler e si rilegge una gara maschia, tutta tackle e coraggio, una pausa per rifiatare e ottanta minuti invece a governare la plancia di comando, a determinare i tempi delle giocate a fare ciò che a Udine mostrava di saper fare (e molto bene) e che a Napoli ha cominciato a fare (altrettanto bene) dopo un anno di ambientamento: «La nostra reazione si può dire che è stata evidente. Eravamo arrabbiati e volevamo vincere».
Dalla Juventus alla Dnipro e poi, di corsa, a sfidare il Chievo, portandosi dentro la rabbia per le sconfitte e la consapevolezza di dover svoltare, rapidamente, per lasciarsi alle spalle quel venticello fastidioso d’una «crisetta» paventata qua e là ma mai avvertita all’interno dello spogliatoio: «Nel primo tempo ci è mancata un po’ di fortuna, direi che le occasioni le abbiamo create. Forse serviva un po’ di cattiveria in più per sfruttare le opportunità create o forse ci occorreva anche un aiutino dalla buona sorte». Il nuovo Inler che si erge a leader è cambiato ovunque e in quell’ora e mezza a prova di fuoco, ci ha infilato dentro pure due conclusioni ragguardevoli, un palo clamoroso e un missile terra-aria sul quale c’è voluto il miglior Sorrentino: «Ma io non guardo alla prestazione personale, lo sapete. Sono contento per la reazione del Napoli, che dopo due sconfitte ci teneva a dimostrare di aver dentro la rabbia giusta. Volevamo reagire e lo abbiamo fatto. La reazione c’è stata, nel contesto di una gara difficile, contro un’avversaria che ha mostrato solidità».
Napoli 1, Chievo 0: e ora si resta nel bel mezzo dei lavori forzati che condurranno prima a Bergamo (mercoledì sera) e poi ancora al san Paolo, con il Torino, che riapriranno le porte di Fuorigrotta per il ritorno con la Dnipro e trascineranno nel Marassi rossoblù per sfidare il Genoa. Ma c’è un Inler in più, stavolta e quel regista moderno che costruisce e poi s’applica all’interdizione, che insegue il gol dai venticinque metri e poi va a coprire sulle riparenze avversarie, sa bene che il destino richiederà ulteriori sforzi, che le esigenze di Napoli invocheranno un supplemento di energia. «A noi serviva una vittoria per dimenticare definitivamente quei due ko consecutivi. E poi una prestazione che sottolineasse cosa avevamo dentro. Nel primo tempo, non siamo stati assisti dalla dea bendata; ma che volessimo vincere s’è visto sempre e che fossimo sufficientemente determinati pure».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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