E sono tre. Tutti sontuosi come la partita di Gökhan Inler contro il Marsiglia. Stop e tiro al volo con la palla che si insacca alle spalle del portiere francese per l’1-1 del Napoli. Lo svizzero non sbaglia mai quando sente odore di Champions. A Vila Real segnò il gol che valse il passaggio del turno. Poi a Londra contro il Chelsea una botta da fuori che rimise il Napoli in partita. Ieri ancora una volta un gol dei suoi, di quelli da autentico fuoriclasse. Ed ancora una volta Gökhan ha risposto presente. A fine gara è soddisfattissimo. «È chiaro che era una partita molto difficile – ha detto – il Marsiglia ha giocato molto bene. Noi dovevamo far girare di più la palla, abbiamo sbagliato in disimpegno, se avessimo tenuto di più il possesso non avremo sofferto cosi tanto». Il suo gol sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Batti e ribatti e pallone che giunge allo svizzero che segna il pareggio e mette a tacere la grande paura nel boato del San Paolo.
Immediata la corsa verso la panchina e la dedica con la maglia di Mesto sventolata davanti alle telecamere. Un augurio al difensore che starà fuori per qualche mese a causa della rottura del legamento. «Questi gol – continua – per me sono molto importanti ma ciò che conta è vincere, la squadra ha dimostrato di non aver mai mollato». Ma non c’è tempo di gioire. I lanci sono perfetti ora per Callejon a destra, ora per Mertens a sinistra, ora le verticalizzazioni per Pandev e/o Higuain. È la risposta a quanti chiedono il metronomo di centrocampo, l’uomo d’ordine a lungo richiesto. Ma, in un ruolo che il Napoli non prevede, ecco Inler che va a chiudere gli spazi e rilancia in quella che è sicuramente la sua miglior partita da quando è a Napoli. Troppo sacrificato in un ruolo di intenditore con Mazzarri che chiedeva maggior copertura e meno inventiva. Invece, contro il Marsiglia lo svizzero ha fatto vedere quello che sa fare. Anche le statistiche parlano per lui con l’88 per cento dei passaggi positivi come dire che ha sbagliato quasi nulla. Una partita da incorniciare. Gökhan ha festeggiato la settimana scorsa anche la centesima presenza con il Napoli in serie A raggiunta contro il Livorno e superata a Firenze. Una maglia speciale per ricordare quanto il giocatore abbia dato alla squadra.
Un gladiatore, un uomo spogliatoio, un freddo che sa scaldarsi all’ombra del Vesuvio al punto che, anche quando si paventava una sua cessione in Turchia lui ha risposto «io sto bene qui e non voglio andar via». Fino a sabato Inler era l’unico elemento insieme a Reina ad essere stato impiegato in ogni partita degli azzurri (dodici volte da titolare, una sola da subentrato), poi Benitez ha preferito farlo riposare proprio per averlo più fresco contro il Marsiglia, in una sfida fondamentale per il passaggio del turno. E la Champions lo carica a tal punto che proprio ieri ha postato su twitter il suo grido di battaglia: «Aspettando la carica di un boato unico in Europa!». Il boato che il pubblico del San Paolo regala all’Europa calcistica ad ogni partita di Champions in casa e che lui ha sentito dentro. Quella maschera che lo nascondeva il giorno della sua presentazione è stata finalmente tirata giù per dimostrare che il calciatore di Udine, il fulcro del centrocampo della Svizzera è tornato ed a Napoli, dove finora avevano ammirato solo scampoli di classe, Benitez è riuscito a tirar fuori il meglio del meglio. E ora Dortmund, dove lui ha segnato già con l’Udinese: «Non sarà facile. Il mister decide chi gioca, e chi scende in campo deve dare sempre il massimo». Parola di uno svizzero che sta incantando Napoli.
Fonte: Il Mattino
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