NAPOLI – Pare proprio che i pezzi pregiati non si tocchino. Questo è anche Benitez, uno che non arriva e stravolge ma, naturalmente, vuole tenere il meglio per sé. E il meglio lo ha sicuramente individuato. Probabilmente già prima di apporre la firma al contratto, sicuramente “dialogando” coi suoi famosi software, ma anche confrontandosi con la dirigenza azzurra, andando a ritroso con la memoria per individuare, estrapolare frammenti di gioco. I modi di stare in campo, i bagagli tecnici, le caratteristiche ed abilità tattiche di molti fra i partenopei, ma anche i lati caratteriali. Le personalità. E, di conseguenza, avrà stilato una speciale lista con tutti quelli da trattenere, quelli cioè che potranno fare al caso del “suo” Napoli. Tra questi c’è di sicuro Gokhan Inler.
STORIA VECCHIA – Anche la storia vecchia potrebbe fare buon brodo… Nel senso che per il tecnico spagnolo il Re Leone non è pura e convincente attualità, ma anche passato che torna in voga prepotentemente. Bisogna infatti riavvolgere (anche di parecchio) il nastro per ritrovare il Rafa vincente coi Reds, quello che chiese esplicitamente del centrale allora in forza all’Udinese. Il modo di giocare di Gokhan, ma soprattutto la sagacia tattica, poteva allinearsi al meglio col modulo del tecnico che, nell’estate del 2008, oltre a Dossena voleva portare a Liverpool anche lo svizzero. Non se ne fece niente anche a causa del costo elevato del cartellino. Ma il suo agente, Dino Lamberti, non ne ha mai fatto mistero. Negli interventi alle varie radio, s’è spesso soffermato sulla faccenda: «La dirigenza del Liverpool trattò con l’Udinese, Gokhan era già da allora nei pensieri di Benitez. Tanto che i due adesso si sono sentiti. Un colloquio molto interessante, il tecnico conta molto su di lui e questo ha già entusiasmato Gokhan, che ora come ora per nessun motivo lascerebbe la città. Ho la sua procura da undici anni e il nostro rapporto s’è cementato nel tempo. Ora è in Svizzera con la fidanzata, ma non vede l’ora di ricominciare con Benitez. E’ rimasto incantato, folgorato dalle parole del nuovo mister».
EPPURE – Eppure la liaison napoletana del Re Leone, nonché pugile per diletto, non è stata tutta rose e fiori. Per carità, il rapporto col pubblico è stato sempre eccellente, non s’è mai incrinato, ma qualche mugugno è arrivato in alcuni frangenti, soprattutto nell’ultima parte del campionato appena archiviato. Quando Gogi è stato scalzato da uno Dzemaili in splendido assetto, con tanta voglia (e tanti gol), per aver giocato alcuni match alquanto in sordina. Come depotenziato. Eppure, andando ancor più a ritroso nel tempo, le premesse erano state idilliache, con un Inler azzurro già da prima che arrivasse. Per non aver esultato dopo la rete al San Paolo con l’Udinese, ed anche per le primissime dichiarazioni, quelle del luglio 2011. Dichiarazioni di amore duraturo «Ho fatto la scelta giusta, ho coronato un sogno. Voglio vincere col Napoli, una piazza dove il rapporto coi tifosi è eccezionale» .
COERENZA – Concetti ribaditi a più riprese, durante i due anni di permanenza anche se, a volte, la realtà non riesce a mettersi al passo con la volontà. Gokhan ha talvolta dovuto lottare con se stesso, saltare le ombre, ingoiare amaro, ma non ha mai gettato la spugna. «Questa città mi piace perché vive di calcio, in ogni occasione i tifosi fanno sentire ai calciatori affetto e calore. Mi piacerebbe ripagare tutti, ma non sempre è possibile. Che emozione sentire il mio nome urlato da tutto lo stadio dopo i gol segnati al Pescara (doppietta). Ho avvertito dei brividi». Ed ancora parole di affetto ed abnegazione smisurati anche quando, subito dopo la disfatta di Verona (sponda Chievo), s’è accomodato in panchina per ben sei volte nei dieci match finali. Scavalcato nelle gerarchie dal connazionale. Ma anche frenato da un infortunio al piede occorsogli in nazionale, a Cipro.
PASSIONE – Quella che torna adesso ai picchi massimi, perché è arrivata la rassicurante voce di Rafa, carica di fiducia e di stima, e lui ne è rimasto incantato. Perché è arrivato il tweet di auguri del presidente per i suoi 29 anni ( «Tanti auguri Leone, riposati e torna carico a mille!!» ), perché c’è tutto un popolo azzurro che non ha mai smesso di credere in lui. Tanto che per loro, su facebook o fairplayagency.com, ha messo in palio 29 (quante i suoi anni) magliette autografate. Turchia, Inghilterra, Inter, macché. Lui resta, perché vuole ruggire ancora a Napoli.
La Redazione
G.D.
Fonte: Corriere dello Sport
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