Attenzione, attenzione: ciò che vale oggi non ha più senso domani, e in questa (ri)lettura quotidiana del Napoli, delle sue prestazioni, delle proprie esigenze, ciò che resta della analisi d’un mesetto fa può essere stato ribaltato da ciò ch’emerso successivamente. Un tesoretto, per cominciare, può arrivare da una serie di cessioni secondarie, però in quel contenitore che è il campo le gerarchie possono mutare da una partita all’altra e può ben spiegare questa metamorfosi Gokhan Inler, ritrovatosi prima in panchina e poi tra quelli che, in caso d’offerta, potrebbero partire. Ma serviranno milioni di euro che eventualmente ripaghino dell’investimento originario per un centrocampista nel pieno della maturità. Ma Dzemaili, che pareva destinato al mercato tedesco, al Wolfsburg, s’è reimpadronito del Napoli – e non solo attraverso la tripletta di Torino. Dopo due anni vissuti in un tunnel, partirà Donadel (che ha ancora un anno di contratto); ha buone possibilità di essere ceduto anche Rosati; e Mesto, che ha fatto la sua parte, quando è stato chiamato, resta in bilico ma con parecchie chanches di cessione. Calaiò è arrivato a gennaio e gli sono stati riservati pochi minuti, una decina, in campionato, e un’apparizione più sostanziosa in Europa League: probabile, anzi certo che la sua carriera sia destinata a svilupparsi altrove, magari in quel Torino che lo ha lanciato in gioventù ed al quale è già stato avvicinato. Il finale di stagione definirà anche il destino di Goran Pandev, di fatto ritenuto da Mazzarri un titolarissimo ed un valore aggiunto, ma protagonista di una stagione caratterizzata da qualche luce e da molte ombre, che s’allungano sul mercato. Ma le posizioni da valutare sono tante e varie: cosa fare di Eduardo Vargas, ad esempio, è una domanda ricorrente, perché quei dodici milioni di euro rappresentano un patrimonio rilevante della società. Che aspetta segnali da Brasile, per non rimpiangere il danaro versato.
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
