FREIENBACH (SVIZZERA), 3 giugno – È il primo a uscire dagli spogliatoi del piccolo stadio di Freienbach – nel Canton Svitto, tre quarti d’ora d’auto da Zurigo – dove la Svizzera ha svolto ieri il suo ultimo allenamento prima di volare a Londra per affrontare domani sera a Wembley l’Inghilterra di Fabio Capello in un match decisivo per il Gruppo G delle qualificazioni europee. Gökhan “Gögi” Inler, nel suo fresco ruolo di nuovo capitano della Nazionale rossocrociata, guida i compagni con il piglio del leader sotto lo sguardo compiaciuto del tecnico tedesco Ottmar Hitzfeld. I tifosi elvetici a bordo campo e quelli che gremiscono la tribuna se lo coccolano, lo applaudono, lo incitano, gli danno pure consigli di mercato («Resta all’Udinese!», gli urla un ticinese che indossa la maglia numero 10 di Totò Di Natale) e vanno in sollucchero quando dal cerchio del centrocampo il 26enne centrocampista del club friulano “pennella” un assist “telemetrato” di quasi quaranta metri per il 18enne talento d’origine kosovara Granit Xhaka che batte Benaglio. Hitzfeld, nella circostanza arbitro, convalida il gol e alza il pollice in segno di complimento verso il capitano. Poi, da perfezionista impenitente qual è, si avvicina a Xhaka e gli sussurra all’orecchio: «Occhio che sei partito in fuorigioco… ». Seduta tosta di 75 minuti a temperatura molto rigida (10 gradi, ma almeno – per un giorno – senza pioggia) e poi il “rompete le righe”. Prima di rientrare negli spogliatoi, il mediano di origine turca si concede a “Tuttosport” per un’intervista esclusiva.
Inler, le pressioni di mercato sono forti e aumentano di giorno in giorno: come le sta vivendo?
«Sono un tipo tosto, mi considero un combattente. Sul campo, soprattutto, ma anche nella vita. Perciò non mi scompongo e tento di mantenere alta la concentrazione. Sono un professionista: ora che il campionato è finito c’è questa partita cruciale a Londra con la Nazionale. Andiamo lassù per vincere altrimenti, vista la classifica, rischiamo di restare fuori dagli Europei 2012. Loro non avranno Gerrard, infortunato, né Rooney, squalificato. Se non sfruttiamo questo doppio, grande vantaggio…».
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Ma il canto della Juve è speciale e comunque ammaliante…
« La Juventus resta e sarà sempre uno dei più grandi club del mondo. Quest’anno è andata male dopo che era successa più o meno la stessa cosa la scorsa stagione. Un evento più unico che raro. Credo si possa tranquillamente affermare che la prossima annata sarà completamente diversa. Il proverbio del “non c’è il due senza il tre” non vale alla Juve… ».
Fonte: Tuttosport
La Redazione
A.F.
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