La marcia su Roma è un viaggio infinito cominciato ieri e da ultimare il 20 maggio: e in questo mesetto in cui le emozioni si concentrano in quel tempio ch’è l’Olimpico, c’è il passaporto per la gloria. La Champions, la Coppa Italia, la storia da riprendere per i capelli per portarsela al petto, per tenersela dentro, in un cocktail per uomini forti. «E’ cominciato ora il ciclo-Napoli». Si parte e sarà una processione (calcistica e dunque laica) con tappe mozzafiato da affrontare a petto in fuori nell’epicentro dei propri sogni ch’è un tempio del calcio universale: benvenuti a Roma, la città eterna d’una bellezza irresistibile, il centro di gravità permanente d’un Napoli trascinato da Inler però al Colosseo: «Stiamo già pensando alla prossima partita: è chiaro che vogliamo far bene anche contro i giallorossi. Ora siamo felicissimi e ci godiamo questa soddisfazione, ma con la testa ci siamo proiettati oltre».
OTTIMISMO – Il tempo è un galantuomo ed ha impiegato un amen a cicatrizzare le ferite per le sconfitte con Juventus, Lazio e Atalanta, quel trittico velenosamente insopportabile rimosso a pedate, con l’orgoglio, con i ruggiti di un Inler in versione re Leone, un laeder dentro e fuori che non ammette divagazioni e azzera distrazioni: «Si è vista una squadra agonisticamente cattiva su ogni palla, un gruppo che combatte per novanta minuti, sempre con un livello altissimo di concentrazione. Se riuscissimo a continuare così, saremmo in grado di far male a chiunque. E per arrivare in alto, là dove vogliamo, dobbiamo dare il massimo. Vincere a Roma ci aiuterebbe eccome: servirebbe per far punti, ma anche per acquisire ulteriore fiducia in noi stessi. Contro il Lecce siamo stati bravi, conquistando duelli in varie zone del campo; ma restano ancora quattro gare, può accadere di tutto».
PROVE TECNICHE – L’ombelico del mondo è quella Roma da annusare in tutti i suoi sanpietrini, la maestosità d’una Capitale seducente come pochi, d’un fascino abbagliante che, sabato sera, devierà per un’ora e mezza in quello stadio in cui c’è in palio un pezzettino di Champions, il paradiso perduto a Londra ( «complimenti al Chelsea, è una grande squadra: per noi è stata una bellissima esperienza» ) che s’è improvvisamente spalancato dinnanzi ad Inler & company al quinto minuto d’una ara archiviata con leggerezza e padronanza: «La rete di Hamsik non è per niente casuale, perché in allenamento proviamo spesso e voletieri. Stavolta è riuscita. Ma stavolta ha girato tutto bene: e ciò a prescindere dal successo del Novara sulla Lazio. Sapevamo come era finita, ma non ci abbiamo mai pensato. Noi dobbiamo procedere per la nostra strada, riuscire persino ad ignorare la stanchezza che può subentrare, perché giocare ogni tre giorni non è semplice. Ma siamo stati capaci di battere il Lecce, che era in forma. Ci aspetta una gara complicata: loro non avranno Lamela, Osvaldo e De Rossi, ma saremo sempre undici contro undici».
BOLLETTINO – Roma è ad un alito, un colpo di tosse, e chissà cosa nasconderà il “vecchio”, caro derby del Sole: già, chissà cosa riserverà la diagnosi odierna su Campagnaro e Cannavaro, entrambi vittima di risentimenti agli adduttori, due terzi di una difesa sulla quale s’accende la spia (giallo)rossa d’una probabile emergenza che scivola addosso sulla criniera di Inler: «E’ cominciato a Lecce il nuovo ciclo-Napoli».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.