Intervenuto a “Il sogno nel cuore”, trasmissione in onda sulle frequenze di Radio Crc, l’ex centrocampista azzurro Gokhan Inler ha espresso il suo parere sul nuovo Napoli targato Gattuso in procinto di cominciare la nuova stagione: “Ho fiducia in Gattuso, che peccato la cessione di Allan. Per giocare a Napoli servono gli attributi.
Ho visto che Gattuso in ritiro ha lavorato sia sul 4-3-3 sia sul 4-2-3-1 – ha detto Inler a Radio Crc – io sinceramente preferisco il centrocampo a 3. Giocando in Italia ho imparato tanti sistemi di gioco, come il 3-5-1-1 sviluppato a Udine. A Napoli in mediana ho giocato sia a due sia a tre. Nel modulo con due centrocampisti si fa più fatica se gli esterni non rientrano. Col centrocampo a 3 devi avere giocatori con cuore, che lavorano e che corrono. Solo così i tre attaccanti possono avere più libertà di movimento. A tre sei più forte in mediana, ma bisogna comunque coprire bene le fasce”.
Sulla composizione del centrocampo attualmente a disposizione di Gattuso, Inler ha detto che “Hanno perso un grande guerriero come Allan, ogni tanto lo sento. Gli altri sono diversi. Serve tempo, secondo me, per fare il salto di qualità. Il Napoli non può stare sempre con gli stessi giocatori per 10 anni. Ci deve essere il giusto mix tra stranieri e italiani che conoscono bene la piazza di Napoli. Qui devi lottare in ogni partita”. “Gattuso sta facendo molto bene – ha proseguito Inler a Radio Crc – tirerà fuori il massimo. Tutti mi hanno parlato benissimo di Gattuso, ci mette grinta. Ho visto che partecipa anche al torello ed entra duro. Si sente ancora un giocatore”.
Sul numero giusto di elementi a centrocampo, Inler ha dichiarato che “Al Başakşehir avevamo sette centrocampisti centrali, nonostante in mediana giocassimo a due. Altri cinque andavano in panchina. O cambi il sistema di gioco oppure adegui la rosa dal punto di vista numerico al modulo che scegli. Bisogna essere sempre all’altezza della situazione”.
Sul calcio ai tempi del Covid, Inler ha sostenuto che “E’ dura giocare senza tifosi, bisogna essere forti mentalmente. I tifosi sono molto importanti. Senza il loro sostegno, viene fuori la vera qualità di una squadra. Spesso i tifosi ti spingono alla vittoria anche quando giochi male. Adesso che non ci sono, tutte le gare sono al 50 per cento. Chi le prepara meglio, vince. Ho sempre giocato in piazze calde, come Napoli, Leicester e Besiktas. Per giocare in questi posti devi avere gli attributi, soprattutto quando le cose non vanno bene. Mi ricordo il San Paolo durante le partite di Champions. Quando sentivo l’urlo ‘The Champioooons’ mi caricavo al massimo. Era davvero devastante. Sarò sempre un tifoso del Napoli, per i napoletani ci sarò sempre”.
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