Avevano trovato il sistema per godersi le partite del Napoli senza spendere un euro, senza fare la fila ai varchi del San Paolo, senza ingaggiare il rituale corpo a corpo per il posto migliore sugli spalti di Fuorigrotta. Avevano trovato il modo per sedersi comodi in tribuna stampa, nell’area riservata ai giornalisti sportivi, magari dandosi da fare per mostrare zelo professionale e attaccamento al mestiere.
Sono in dieci, sono stati di recente raggiunti da un decreto che dispone il giudizio, al termine delle indagini della Finanza – nucleo polizia tributaria della Procura – sull’ultima frontiera della truffa ai danni della società calcio Napoli: sono i dieci finti giornalisti, o meglio, finti giornalisti accreditati per seguire le gesta casalinghe della squadra di Mazzarri, capaci di mimetizzarsi in tribuna stampa tra il 2010 e il 2011.
Truffa e falso, dunque: sono queste le accuse contestate dal pm Claudia De Luca, nel corso di un’inchiesta nata dall’esposto della società di De Laurentiis, rappresentata dal penalista napoletano Fabio Fulgeri. Che storia è questa? C’è un gruppo di finti giornalisti che finisce sotto inchiesta, nel corso di quello che la Procura non ha esitazioni a bollare come un vero «disegno criminoso»: finte richieste di accredito (per lo più sostenute da sedicenti accreditati di testate irpine, ovviamente estranee alle accuse mosse dai pm napoletani), finte tessere professionali (con numeri clonati e riconducibili a professionisti ignari del raggiro), addirittura finti titoli contraffatti – parliamo delle credenziali per servizio – indebitamente attribuite alla società partenopea.
Insomma, un sistema seriale che per mesi ha consentito di eludere i controlli di steward e di forze dell’ordine, almeno fino a quando la misura non è diventata colma. È il 20 febbraio dello scorso anno, al San Paolo si gioca in notturna la partita contro il Catania, quando il responsabile della sicurezza della società capisce che c’è un numero eccessivo di persone con credenziali di servizio che accede tramite i varchi riservati alla stampa.
E non è tutto. Grazie a controlli più approfonditi – anche con il sistema di videosorveglienza – è emerso che qualcuno poteva usufruire di una sorta di credenziale per interventi urgenti, ovviamente poi risultata contraffatta. E non è tutto. È più o meno lo stesso scenario che emerge da altri controlli mirati della Guardia di Finanza (è il caso di Napoli-Cagliari), con alcuni abusivi identificati in tribuna stampa. Finti giornalisti, dunque, c’è anche il sospetto di un vero e proprio mercimonio, stando alla lettura del decreto di citazione: è infatti esplicito il riferimento alle credenziali d’accesso cedute o vendute a soggetti terzi, in uno scenario investigativo tutto da mettere a fuoco.
Decisivo l’impiego dell’impianto di videosorveglianza, possibile ora che dinanzi ai giudici del Tribunale di Napoli verrà riprodotto in aula l’ingresso in tribuna stampa di presunti truffatori mascherati da giornalisti accreditati.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro