Mister William Potts era un inglese austero e baffuto. Lavorava per la Cunard Line, compagnia marittima commerciale, che aveva deciso di aprire un’agenzia nel porto di Napoli. Potts sbarcò in città nel 1903. E con lui la nostalgia per i giochi che andavano per la maggiore nella natia Inghilterra. Napoli era uno scalo molto ambito e un giorno Mr Potts riuniì un po’ di amici, e un po’ di marinai inglesi per organizzare la prima gara nell’area del porto. Il calcio a Napoli comincia così, grazie a un uomo con i baffetti che vuole far crescere all’ombra del Vesuvio una squadra, il Naples, come accaduto a Torino, Genoa, Milano e Roma. La partita delle partite contro i marinai del mercantile inglese Arabik. Affissioni e manifesti per richiamare il pubblico. Finì 3-2 per il Naples. Di McPherson, Chaudoir e Michele Scarfoglio i primi gol azzurri: un inglese, un belga e un napoletano.
Fin qui la preistoria attraverso incontri con marinai inglesi, trofei messi in palio dai magnati dell’epoca e backs, halfs e forwards al posto di difensori, centrocampisti e attaccanti. Il calcio è tanto inglese, come l’Internaples, fusione di Naples e Internazionale. Giocava ad Agnano e talvolta anche sul campo dell’Ilva Bagnoli. Mantenne questa dominazione fino all’1 agosto 1926 quando divenne A.C. Napoli. Dopo questi inizi scoppiettanti in cui tutto parlava di Inghilterra, Napoli non ha mai avuto eccessivo feeling con i sudditi sua maestà dal punto di vista pallonaro. Fa eccezione solo la guida tecnica affidata da Ascarelli a Willy Garbutt, tre scudetti conquistati al Genoa prima di sbarcare via Roma all’ombra del Vesuvio. Siamo negli anni Trenta. Il fascismo, la guerra, la perfida Albione, l’autarchia e quant’altro. L’Inghilterra per Napoli diventa soltanto un’isola e nulla più. Ma nel 1970 qualcosa cambia. Sheffield Wednesday e Swindon Town incrociano le armi degli azzurri nel Torneo Italo-Inglese, inventato da Gigi Peronace per prolungare la stagione e arrotondare gli incassi. Finale contro lo Swindon che vinse 3-0 al San Paolo. La furia dei napoletani provocò 600 milioni di danni. Nel 1976 la vittoria della Coppa Anglo-italiana: 4-0 al Southampton con gol di Chiarugi, Bruscolotti e doppietta di Speggiorin. Prima dell’abboffata inglese con Liverpool in Europa League, Manchester City e Chelsea in Champions, anche due eliminazioni dal Burnley negli ottavi di coppa delle Fiere (1966/67) e dal Leeds per sorteggio nella Coppa Uefa 1969/70. Tra le amichevoli da ricordare, oltre a quella con il Chelsea nella Makita Cup 1994, la vittoria contro il West Ham nel 2009 con un gran colpo di testa di Quagliarella nel trofeo Bobby Moore.
Ma non solo partite di calcio. Nella storia del Napoli non ha portato bene la designazione dell’inglese Matthewson nel ritorno della semifinale di Coppa delle Coppe contro l’Anderlecht (1977) con la direzione di gara che favorì pesantemente i belgi regalando loro la qualificazione in finale.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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