Le prime se ne vanno: e al 20 ottobre ci arrivano spalla a spalla, in un botta e risposta che comincia a cinque minuti dal termine di Siena-Juventus e finisce al 95’ di una sfida all’Udinese che per il Napoli vale l’aggancio e anche un’ulteriore iniezione di coraggio. 2-1, soffrendo e palleggiando, divertendo e poi subendo, in un match che introduce ad una nuova dimensione e che, piaccia o no a Mazzarri, stavolta ribadisce nel suo Napoli il principale interlocutore di Madame. Il braccio di ferro continua.
SPETTACOLO – Non c’è tempo per perdersi nei preliminari e l’avvio è promettente, lascia una scia inebriante attraverso la quale Napoli e Udinese si perdono, trascinando con loro il San Paolo in un vortice d’emozioni vibranti. E’ una sfida a volto scoperto, priva di veli e però ricca di contenuti e pur nelle (logiche) contrapposizioni a uomo nelle zone, c’è il comune desiderio di spingersi oltre, di osare. La giostra gira subito sembra di ritrovarsi sulle montagne russe, con Hamsik (3′) che impensierisce Brkic dalla distanza, con Di Natale (7′) che dalla distanza fa venire l’ansia, con lo slovacco (8′) e poi con Pandev (10′) che rischiano dai venti metri, ma quando (20′) Brkic sulla linea strozza l’esultanza di Cavani, matador (troppo) cortese di testa, s’entra definitivamente nello show. Il Napoli attacca poggiandosi soprattutto su un Hamsik stellare, il tracciante terribile che va a destra o a sinistra o centralmente e che fa venire il mal di testa a Pinzi e ad Allan e la resistenza friulana comincia a vacillare (27′) sulla pressione di Marekiaro, frenata da una mano assai poco dubbia di Pinzi. L’inerzia sembra incorreggibile e (29′) è tutto molto bello e in verticale il Napoli che tiene il pallone al di là della propria metà campo: da Fernandez a Cavani, tacco per l’irruzione di Maggio, assist per l’1-0 di – indovinate un po’ – Marek Hamsik.
RIBALTONE – Benvenuti nell’epicentro di questo Napoli-Udinese, uno show da sconsigliare ai cardiopatici, perché quando il copione pare scritto dall’ennesima giocata sull’asse Hamsik-Cavani-Pandev (42′) con il macedone che arriva in ritardo d’una frazione di secondo a porta vuota, gli dèi decidono di riscriverlo anche grazie al piedino e allo scarabocchio di Federico Fernandez. Il rilancio blando sembra un anonimo e ininfluente passaggio sbagliato ma invece l’Udinese riparte con due tocchi, il Napoli è scoperto e da Pasquale a Maicosuel e poi a Pinzi per la scarica d’adrenalina dell’1-1 che rimette (apparentemente) in discussione il match. Il tempo al San Paolo s’è fermato e le istantanee restano vive e il pathos incontrollabile: giro palla da sinistra a destra e poi da destra in mezzo, Inler scova Pandev nel mucchio e la magia, stavolta, complice il «deragliamento» in copertura di Danilo, è in quel destro basso, sul primo palo, per il nuovo vantaggio d’un Napoli stavolta (quasi) incredulo, almeno quanto Guidolin.
STRATEGIE – La notte di Liverpool ha lasciato qualcosa nelle gambe ma l’Udinese si rialza, per poco non ricevere una grazia (8′) da Maggio, vicinissimo ad uno spettacoloso autogol di testa su corner, poi decidere di spostare ulteriormente il proprio baricentro, dentro Ranegie e fuori Pinzi, quando Mazzari ha già riequilibrato la struttura del Napoli, con Insigne (per Pandev) al fianco di Hamsik tra le linee e Cavani lupo «famelico» solitario. E’ gara muscolare, però, e Inler si erge a protagonista, si carica interdizione e ripartenze sulle spalle, lancia Hamsik, murato da provvidenziale Danilo. E allora, per chiuderla, sempre Hamsik ci prova dalla distanza (31′) con un missile terra aria che genera un’illusione, come il contropiede di Insigne (44′) facilitato da uno scivolone di Allen e azzerato dalla immensità fisica di Brkic sul quale il sinistro dell’attaccante va a sbattere. Guai distrarsi un attimo, perché mentre il cronometro sta per fermarsi, il destro di Faraoni rischia di choccare uno stadio intero. Brr…
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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