Raccontiamola per intero: credere nel terzo posto un paio di mesi fa e poi anche soltanto tre settimane fa era roba da inguaribili ottimisti. Questione di fede azzurra e nulla più. Una faccenda di inossidabile passione, al di là d’ogni logica e ragione. Ma, si sa, il pallone rotola spesso su sentieri misteriosi e sorprendenti. Tant’è che la storia è piena di classifiche capovolte in poco tempo, di rimonte entrate persino nella storia. Quella del Napoli non parla di scudetto come nel tempo è stato per l’Inter (70/71) per il Toro (75/76), due volte per il Milan (87/88 e 98/99), per la Lazio (99/2000) e due stagioni dopo per la Juve, bensì di terzo posto, ma lo stesso vale tanto. Perché questo terzo posto apre la porta dei preliminari della Champions e perché permette (permetterebbe) al progetto Mazzarri-De Laurentiis di continuare ad andar spedito e ad essere vincente. E allora eccolo l’ultimo miracolo napoletano. Ecco questa terza posizione a due curve dalla fine, a pari punti con un’Udinese che, però, per gli scontri diretti, rispetto al Napoli è comunque costretta a stare un passo indietro.
RINCORSA – Napoli 58, Udinese 58, Lazio 56, Inter 55: così la classifica corrente. Solo tre giorni fa, però, erano tutte e quattro a 55, strette strette in una sorta di play-off per la Champions League. Niente rispetto a com’era la classifica dal terzo posto in giù all’inizio di febbraio, dopo la ventunesima giornata: Udinese 41, Lazio 39, Inter 36, Roma 31 e Napoli 30. Proprio così: Napoli lontano 11 punti da quel podio. Tanto. Tantissimo. Troppo per poter pensare ragionevolmente a una rimonta. Errore: solo otto turni dopo, infatti, il Napoli sorrideva e sperava un’altra volta. Lazio 51, Napoli e Udinese 48: questo, infatti, il conto azzurro alla ventinovesima giornata. Poi, però, arriva il Chelsea e rovina tutto. L’uscita dalla Champions, infatti, per il Napoli è uno choc. Dopo gli sciagurati supplementari di Londra, la squadra di Mazzarri sbanda, barcolla, cade, ricade e impiega cinque lunghe partite per rialzarsi. Cinque partite: due pareggi e tre sconfitte; due punti sui quindici possibili, sei gol fatti e ben tredici subiti. Un improvviso e imprevedibile tracollo. Cosicché, alla trentaduesima giornata il Napoli va di nuovo giù in picchiata e torna a sei lunghezze da quel terzo posto visto da vicino: Lazio 54, Udinese 51, Roma 50, Napoli e Inter a 48 punti, infatti.
VOLATA – Ma non finisce qui. Nient’affatto. Anzi, la storia ricomincia. Mazzarri riunisce un’altra volta la sua truppa sconsolata e mentre “fuori” infuriano delusioni e maledizioni, rimette assieme i cocci della squadra. Lavora sulla testa e sulle gambe azzurre, il signor Walter. Riattacca muscoli e morale. Ritocca il disegno della squadra, sceglie col bilancino della condizione atletica chi mandare in campo e chi lasciare fuori e rimette in moto il motore azzurro che s’era fermato contro la Juve, la Lazio e l’Atalanta in casa. Sì, è proprio un altro Napoli quello che riparte. Un Napoli che corre quasi come prima e che come prima accompagna il proprio calcio con una più prudente e sapiente fase difensiva, a volte con un mediano in più (l’utile Dzemaili) e altre con i piedi buoni di Hamsik e di Pandev a dettare opportune alternative in mezzo al campo. In quattro partite (con Novara, Lecce, Roma e Palermo), infatti, il Napoli fa otto gol e ne becca solo due. Questa buona difesa, assieme alla “gamba” rinnovata e alle motivazioni ritrovate, sono il segreto della nuova, incredibile rimonta. Della riconquista di quel terzo posto che vale la più bella e ricca Europa del pallone. Sì, è vero, nelle ultime quattro partite due volte non c’era Lavezzi e altre due volte il Pocho era in panchina, ma questa è tutta un’altra storia.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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