Sono queste le «trappole» : gare sulla carta semplici, nelle quali hai solo da perdere e niente da vincere. E’ Napoli-Bologna l’insidia da evitare: perché passare il turno sa di dovere e invece, uscire, saprebbe di dolorosa conferma d’una crisetta che rischierebbe di acuirsi, producendo ulteriori contraccolpi psicologici. Eccolo qua il match «noioso» : un’ora e mezza da affrontare a petto in fuori, a testa alta e soprattutto libera da qualsiasi condizionamento. Si (ri)gioca, domani sera, e settantasei ore prima dell’ultima del 2012, quel Siena-Napoli che vale molto di più: ma guai pensare che con il Bologna si debba andare in campo per onorare l’impegno e metterci la firma, perché (pure) stavolta ne va anche della faccia.
DIFESA – Il turn over è obbligato, ma non è assolutamente un esercizio semplice perchè Cannavaro e Grava sentono sul capo la spada di Damocle della Disciplinare, perchè Gamberini è uscito malconcio dal campo domenica sera, e perchè Aronica sta per mettersi in viaggio verso il Palermo, con tanto di accordo annunciato da Lo Monaco, e dunque arruolabile sì ma eventualmente per il congedo da uno stadio ch’è stato il suo per quattro anni. Ricapitolando: Rosati in porta e davanti Campagnaro, Fernandez e magari Britos; o anche: Uvini a destra, con Fernandez in mezzo e Campagnaro trascinato dall’altra parte, dove in passato si è già espresso. Delle due soluzioni, la seconda sembra la più intrigante per un allenatore che si lascia anche guidare – nella gestione della fatica – dal curriculum annuale dei singoli.
Donadel. E’ un settore che, lo dicono anche i precedenti, Mazzarri ha puntato spesso, soprattutto in Europa League; e, soprattutto, resta una zona di campo governata con sufficiente esperienza da calciatori in grado di garantire le due fasi sia centralmente che sugli esterni.
