Entrambi sono difensori, tutti e due sono stati convocati da Prandelli e a inizio maggio sono finiti nel registro degli indagati della procura di Cremona per il calcioscommesse. Ma lo strano destino parallelo di Leonardo Bonucci e Domenico Criscito finisce qui, perché il giocatore juventino partirà con la Nazionale destinazione Polonia e Ucraina, mentre il compagno attualmente in forze allo Zenit resterà a casa.
«Due pesi e due misure» attacca l’entourage di Criscito. Come si evince dagli atti allegati dell’inchiesta, l’iscrizione di Bonucci nella lista degli indagati (che ormai comprende circa 150 nomi) risale al 3 maggio: lo stesso giorno i magistrati hanno indagato anche l’allenatore della Juventus Antonio Conte e Criscito. Tutti con l’accusa di associazione a delinquere e frode sportiva. Medesima vicenda giudiziaria, ma conseguenze diverse: la Figc infatti ha deciso di escludere Criscito dagli Europei per evitargli la «forte pressione esterna» e concederli «il tempo necessario per chiarire la propria posizione». Quanto a Bonucci, un dettaglio apparente tecnico ma in realtà sostanziale, ha fatto la differenza: l’iscrizione è stata fatta dai magistrati di Cremona, gli atti però sono stati trasmessi a Bari dove c’è un fascicolo e si sta vagliando la posizione dello juventino che comunque ora ha un posto assicurato in Nazionale: qualora venisse raggiunto da un’informazione di garanzia non sarebbe estromesso dalla rosa. Ormai le sostituzioni sono possibili solo in caso di gravi infortuni.
Intanto il procuratore del difensore dello Zenit, Andrea D’Amico, non usa giri di parole: «Bonucci è indagato, per cui anche Criscito poteva rientrare: gli Europei non glieli restituirà più nessuno. Fossi stato nel ct lo avrei portato, l’avviso di garanzia non equivale a una condanna: nel momento in cui si decide di lasciarlo a casa, equivale a dire che il ragazzo è colpevole».
Nuove partite nel mirino. Da alcune intercettazioni emerge l’interessamento del pregiudicato bosniaco Safet Altic per due match di A del 2011: Sampdoria-Brescia e Napoli-Genoa. È il 10 aprile e Altic parla al telefono con Massimo Leopizzi, capo ultrà del Genoa. Sampdoria-Brescia è sul 2-2 e il bosniaco perde le staffe: «… appena vedo spacco Caracciolo…». Poi il Brescia segna, Altic gongola e annuncia a Leopizzi soldi in arrivo: «Quest’anno ti vestirai da cardinale…». 20 giorni dopo il bosniaco diretto a Roma parla con Salvatore e prima della partita Napoli-Genova gli consiglia: «Che vedi a fare la partita, tanto ha già vinto il Napoli…». Ma Salvatore non si fida: «Meglio vederla».
Un rapporto della polizia fornisce poi retroscena sugli scontri a Marassi del 22 maggio scorso, durante Genoa-Siena. Sei giorni prima Leopizzi invia un sms a Sculli: «Ok fratellino. Tregua fino a Genoa-Siena. Poi liberi tutti. Con voi liberi di scappare. Se ci riuscite». Quel giorno scoppia il caos, la curva obbliga i giocatori a sfilarsi la maglia, il presidente Preziosi chiede il carcere per i responsabili. In una telefonata delle 23,27 Leopizzi e Sculli commentano. L’ultrà è scatenato: «Tu prendi i soldi da un infame, questo porco schifoso ha già detto che quelli che hanno contestato devono andare in galera. Nel 2006 si è salvato dal carcere grazie a me. Rischiava 9 anni, ha fatto un’ora e mezza. Domani sai cosa faccio? Mi butto sull’infamità».
Leopizzi si riferisce al campionato 2004-2005, quando testimoniò nelle indagini sulla manipolazione della partita Genoa-Venezia per la quale Preziosi fu indagato. Il processo sportivo si concluse con la retrocessione, mentre in sede penale Preziosi incassò una condanna a 4 mesi per frode sportiva. E Leopizzi medita vendetta: «Te lo giuro – si sfoga con Sculli – domani vado in procura e dico: ”ho fatto falsa testimonianza”. Come si permette di dire in galera? Ti ho salvato io, Massimo Leopizzi, str…». L’ultrà è fuori di sé: «Il presidente è una carogna, Beppe, non è un presidente è un infame. Tu sai cosa vuol dire infame no?». Sculli: «Sì». E Leopizzi promette: «Io te lo giuro. Domattina vado in procura e mi butto pentito come Buscetta».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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