Di primo acchito mancano le parole. Si resta sbigottiti da certe notizie di cronaca che squarciano il mondo del calcio, lo violentano con l’atteggiamento irriguardoso di chi con il pallone a ben vedere non ha nulla da condividere. Poi però subentra lo sdegno contro chi cerca di rovinare quello che deve restare – ed è bene non scordarlo specie in momenti come questo – un gioco. Le avvisaglie di una violenza sempre più baldanzosa si erano avute a novembre con l’aggressione ai calciatori del Barletta. Stessa paura che hanno dovuto provare a qualche mese di distanza i ragazzi dell’Ebolitana. Violenza privata, ma sempre cieca e folle, è quella che è stata invece riservata al presidente della Triestina, Aletti, che, ca va sans dire, nessuna crisi societaria può spiegare né tantomeno giustificare. C’è chi poi, come Oliva della Vibonese, ha deciso che la vita da calciatore non bastava e servivano diversivi. Magari rapine. Ma questa, davvero, è un’altra storia…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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