Londra Anfield sarà pure 300 chilometri più a nord, ma quasi non ce ne accorgiamo. Ieri sera il calore e la passione dei tifosi azzurri hanno dato un calcio alla freddezza tutta british e trasformato questo pub australiano in una specie di Kop partenopeo. Siamo nell’ex quartiere operaio di Shepherd’s Bush a Londra. A due passi si trova la signorile e trendy Notting Hill e qui di fronte si staglia l’enorme edificio di Westfield, il centro commerciale urbano più grande d’Europa. Si intravede la calca di persone in coda: c’è la cantante Rihanna, venuta apposta per accendere l’enorme albero di Natale.
Il ritrovo. Il locale dove ci troviamo è il Walkabout, fa parte di una catena di bar specializzati nella trasmissione di eventi sportivi su maxi schermo. E’ il ritrovo più scontato per seguire una partita quando non si ha la fortuna di avere i biglietti dello stadio. E tanti italiani hanno avuto la stessa idea. Prenotare un tavolo con gli amici e tifare Napoli, sorseggiando una birra e sbranando un hamburger. La pasta qui è fuori discussione. ‘Ci vorrebbe una pizza come quelle che dico io!’, scherza un ragazzo dall’accento campano accanto a noi. Sconsolato guarda il piatto di patatine fritte e si concentra sullo schermo. Serata tiepida, di quelle che capitano raramente a Londra. Tanti ragazzi sono fuori a fumare e aspettano l’inizio del match. Ogni tanto parte un coro timido. Siamo pur sempre a casa degli avversari.
Al fischio di inizio parte il brusio di ordinanza. Lo schermo è davvero enorme. Quelli che erano fuori spengono i mozziconi e rientrano. Qualche brivido in campo all’inizio zittisce i napoletani. Ma solo per poco. Si sono uniti a noi anche Miriam di Barcellona e Sol di Rennes (Francia). Anche loro tifano azzurro. ‘Il Napoli mi sta simpatico perchè conosco un sacco di napoletani e adoro il loro carattere estroverso – ci dice Miriam – Sono sempre ottimisti e solari, un po’ come noi spagnoli’. Le sciarpe Il rumore sale. Per fortuna nessuno ha avuto l’idea di portarsi una vuvuzela. Invece ci sono sciarpe, bandiere e magliette azzurre, tra le quali spuntano come papaveri le t-shirt rosse dei tifosi avversari. Anche i supporter del Liverpool hanno colonizzato una parte del locale. Ma non ci guardano in cagnesco. E’ una serata di calcio e sport. Amalia di Positano è venuta a godersi la partita con la sorella, il cognato e la nipotina, con tanto di cappellino azzurro. ‘Vivo qui da 12 anni – dice – ma ogni volta che torno a casa e faccio la Costiera mi viene la pelle d’oca. Londra mi ha dato tanto ma Napoli è sempre nel cuore’. Gli italiani sono ottimisti. ‘Stanno giocando bene’, commenta Salvatore, napoletano, 30 anni, al ventesimo minuto. Il boato Al 23′ la tv inglese fa un bel primo piano di Lavezzi e le ragazze qui si esibiscono in urletti di apprezzamento. Il fascino latino. E al 27′ è il boato. Ancora, lui Lavezzi! ‘Ma chi altro doveva segnare?’, sbotta Salvatore. Gioia e euforia. Un gol pesante che scatena un festeggiamento liberatorio. ‘Vedi? Appena sono arrivata io hanno fatto gol. Scrivilo!’, chiede Manuela, napoletana doc. Al tavolo si aggiungono anche Paola e Raffaele, due fratelli di Battipaglia, arrivati a Londra appena due settimane fa.
‘Un po’ come trovarci di nuovo a casa – racconta Paola – e naturalmente tifiamo Napoli’. Nell’intervallo le ragazze organizzano un elezione di mister Napoli. Per Manuela vince De Sanctis, senza discussioni. Per Paola è Cavani che si merita l’oro. Con parecchio distacco. I maschi osservano storcendo la bocca: ‘Roba da donne..’. Poi, inizia la ripresa. Entra Gerrard, il Napoli resiste ma nel finale cade sotto i suoi errori e i colpi del capitano del Liverpool. E nel pub la delusione per i tifosi azzurri è totale. Peccato.
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