Lo sanno anche in Spagna: “Napoles enloquece con su bambino”. Traduzione: Napoli pazza di Lorenzo Insigne. Il bambino, per gli spagnoli; il Bimbo d’oro per il popolo del San Paolo. L’oro puro per il calcio italiano. Una miniera, un talento sconfinato ancora tutto da scoprire ma già consacrato dai media internazionali. Qualcosa significherà pure, no? Lui, nel frattempo, abbassa lo sguardo e si prepara. Lavora e corre e non si gira mai. Il cuore, però, batte all’impazzata: domenica a Palermo ci sarà, giocherà. Sì, toccherà a lui ispirare l’attacco azzurro per la prima del nuovo anno e trovare il modo di rendere ancora più indimenticabile il debutto dal primo minuto in serie A. Un campionato che gli manca dal 24 gennaio 2010: il giorno in cui Mazzarri lo lanciò a Livorno,
Proprio Mazzarri lanciò il “Bimbo d’oro” in A nel 2010 Ora dovrà ispirare l’attacco azzurro
per pochi istanti, tra i giganti del calcio italiano. A distanza di quasi due anni il cerchio si chiude. E chissà che non gli venga perfetto come quelli di Giotto.
PARAGONE IBERICO – E allora, vamos Lorenzo. Vamos a godere della copertina dedicatagli dal Mundo Deportivo di Barcellona: un servizio lungo e dettagliato sul nuovo fenomeno del pallone tricolore, definito addirittura più “tecnico, rapido e dotato di un dribbling in corsa elettrizzante migliore” di Giovinco. “E vede anche la porta”. Niente male, per un ragazzo che in serie A ha accumulato appena pochi secondi.
AMARCORD – Si parla di secondi, di istanti memorabili di una domenica di quasi due anni fa: Livorno-Napoli, 24 gennaio 2010, sul 2-0 per gli azzurri, Mazzarri fa preparare il diciottenne Insigne per il debutto. Un regalo, un premio al talento in erba prima della cessione in prestito già definita alla Cavese: Lorenzo sgambetta sulla linea laterale più o meno dal 90′ al fianco del team manager Giuseppe Santoro, il suo scopritore nonché l’uomo che ha regalato questo capitale al Napoli, ma il pallone di uscire non ne vuole proprio sapere. Accadrà intorno al 94′: giusto il tempo di entrare, neanche quello di un tocco. Come a dire: io c’ero, scrivetelo sull’almanacco. E tornerò.
IL DESTINO– Altro mare, altra corsa. Cannoli e cassate, per festeggiare il ritorno in serie A dalla porta principale: Pandev è squalificato, a Palermo tocca a Insigne. Insieme con Cavani, il Matador: il gigante davanti e il bambino alle sue spalle. Uno che, se vogliamo, avrebbe potuto partecipare anche alla notte di Pechino, se la situazione non si fosse complicata all’improvviso con il festival dei cartellini rosso-polemica: Mazzarri era pronto a farlo entrare sul 2-1 per i suoi, ma poi la storia è cambiata. E il destino ha deciso di mischiare le carte e di lanciare Insigne direttamente alla prima da titolare in occasione della prima del campionato: Goran espulso, squalificato e vai Bimbo.
LA NAZIONALE – Giovane uomo, però, nello spogliatoio: mai una parola fuori posto, sempre pronto ad ascoltare i consigli del tecnico e dei compagni. Il modo migliore per coronare un altro sogno: colorare di azzurro ancora più intenso la sua vita. Azzurro Nazionale. Quella di Prandelli, perché dell’Under 21 di Mangia è già genio incontrastato.
PAROLA DI SACCHI – Il suo nome, nell’elenco dei convocati del c.t. in occasione dell’amichevole con l’Inghilterra, non è comparso tra quello di tanti altri giovani promettenti. A sorpresa. La risposta? Show con l’Under, a sua volta impegnata in Olanda: gol e magie. Tutti a bocca aperta. E poi a sussurrare: anche Arrigo Sacchi, coordinatore delle Nazionali giovanili, lo segue con attenzione e lo ha seguito un po’ in Trentino, in occasione del ritiro del Napoli. E sul suo talento scommette a occhi chiusi. Non resta che attendere il prossimo giro. E nel frattempo allenarsi e giocare da Insigne: alla partita di Palermo mancano pochi giorni. Pochi, davvero. Che magari sembreranno più lunghi dei due anni di attesa. Per Lorenzo e per il popolo azzurro, che non vede l’ora di innamorarsi follemente di lui. Il sogno di una notte di fine estate.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.
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