L’appuntamento è fissato per oggi pomeriggio alle 16 in piazza Dante. È qui che Vincenzo Esposito – zio di Ciro, il giovane ancora ricoverato in serie condizioni al policlinico Gemelli di Roma – ha dato appuntamento ai napoletani lanciando una proposta: «Un presidio non solo per mio nipote – ha spiegato – ma per tutti coloro che pensano che Napoli non sia solo fatta di stereotipi e episodi negativi; e per sollecitare la verità dei fatti, affinché le indagini facciano definitiva chiarezza su quanto è successo a Roma».
Insieme per Ciro (Clicca qui per leggere l’anteprima della nostra redazione). Sarà l’occasione per quanti vorranno far sentire il proprio affetto a Ciro Esposito, colpito da un proiettile di pistola alla schiena esploso da Daniele De Santis, detto Gastone, l’ultrà della Roma a sua volta ferito e adesso piantonato in ospedale con l’accusa di tentato omicidio plurimo. Ma sarà anche l’occasione per radunare centinaia di tifosi. Tra loro ci saranno anche molti ultrà, anche se dalla Questura fanno sapere di non aver ricevuto alcuna notizia ufficiale sulla presenza massiccia di rappresentanti delle sigle che compongono la galassia ultrà azzurra. Più o meno contemporaneamente alla manifestazione di piazza Dante, oggi a Napoli sarà presente anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano, impegnato nel pomeriggio ad un appuntamento elettorale previsto presso la Stazione Marittima. E questa è una circostanza che non potrà sfuggire ai rappresentanti delle forze dell’ordine.
Ma torniamo allo zio di Ciro, e alla battaglia che sta conducendo per chiedere che venga fatta piena e totale chiarezza sulle dinamiche che hanno portato al pomeriggio di follia e di sangue nella zona di Tor di Quinto. Vincenzo Esposito ha anche lanciato un appello: sollecitando l’invio di una mail all’indirizzo cirosiamonoi@libero.it: «Voglio solo che sia fatta chiarezza – ha sottolineato – e ricordare che mio nipote non è un delinquente: se vorrete, e quando starà meglio, sarà lui stesso a mostrarvi le sue mani, che sono mani callose, di un lavoratore». Vincenzo Esposito ha rilanciato anche l’ipotesi che nel momento in cui suo nipote si accasciava al suolo raggiunto da un proiettile calibro 7,65, le persone armate fossero almeno due. «Dalle notizie in nostro possesso – ha concluso – si è trattato di un commando e sembrerebbe che due sono state le pistole che hanno fatto fuoco. Abbiamo pensato di costituire una sorta di pool difensivo insieme ai legali degli altri due ragazzi arrestati; ricordiamo che i romani hanno prima aspettato che passassero gli ultras partenopei e poi hanno cominciato a lanciare pietre e petardi contro gli autobus dei napoletani. Mio nipote è sceso dall’auto ed corso in aiuto di quelli che erano sul bus, dove c’erano anche dei bambini».
fonte: il mattino
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