Più di una partita, più di uno spareggio per la Champions, è stata un tumulto a cui Udinese e Napoli sono andate incontro nel secondo tempo, con l’infelice partecipazione del fiorentino Rocchi. Sul 2-0 per l’Udinese ha espulso Fabbrini con il doppio giallo e poi ha fischiato il rigore per un fallo di mano di Domizzi, sulla cui spalla si era appoggiato il braccio di Cannavaro come un pappagallo sul trespolo. Rigore che Cavani ha sparato su Handanovic. Ma è stato poi l’uruguayano a riacciuffare l’Udinese con una doppietta strepitosa, mentre la partita si era trasformata in un assedio. Prima una punizione di destro, poi una sventola di sinistro, pezzi di un repertorio inesauribile. Il 2-2 era tutto suo. Adesso Udinese e Napoli hanno solo un punto di distanza dalla Lazio e per la Champions sarà una fantastica bagarre.
POSSESSO PALLA – Fra due squadre contropiediste almeno una doveva cambiare linea di gioco, altrimenti la partita non sarebbe mai iniziata. A cambiare è stato il Napoli che ha tenuto di più la palla (alla fine il 66 per cento, con 19 conclusioni), attaccando fin dall’inizio con i resti dello Stamford Bridge. All’Udinese è rimasta l’arma più cara e con quella lama affilata ha segnato dopo poco meno di mezz’ora. La parte finale dell’azione è stata avviata, manco a dirlo, da Totò Di Natale che ha lanciato a destra Fabbrini, cross quasi dal fondo, tocco di interno sinistro del liberissimo Pinzi in area piccola e lo spareggio-Champions ha preso subito la piega giusta per i friulani.
DURA SENZA LAVEZZI – Brillando solo in rari momenti, la squadra di Mazzarri ha concluso più dell’Udinese, ma soprattutto ha giocato con più continuità fino alla trequarti dove l’assenza di Lavezzi ha pesato più di quanto pesassero quelle di Isla, Benatia, Ferronetti, Basta e Badu per Guidolin. E questo è il limite più evidente e risaputo del Napoli: mancavano la giocata, la rifinitura, l’assist, mancava il giocatore che si incunea in ogni difesa e sa trasformare una fessura in una crepa e poi in uno squarcio. Lavezzi a casa e Hamsik in panchina, così il Napoli, pur con tutta la buona volontà e le buone idee che lo sorreggono, non poteva fare di più e andava a sbattere di continuo sulla difesa friulana, sempre ben schierata, a differenza di quella di Mazzarri come si era visto in occasione del gol di Pinzi.
FABBRINI-TOTO’ – Anche l’Udinese arrivava da un amarissimo intermezzo di Coppa e per questa ragione Guidolin, nei limiti di un organico alleggerito da tanti infortuni, ha dato spazio a qualche giocatore meno usurato. Ha spinto molto a sinistra con Pasquale che ha travolto Zuniga per un’ora abbondante, ma la sua qualità era racchiusa nel vecchio e il bambino, Di Natale e Fabbrini, tutt’e due con il marchio dell’Empoli sulle spalle. Dopo 8′ del secondo tempo, con un’azione per molti versi simile a quella dell’1-0, l’Udinese ha segnato ancora. Stavolta fascia sinistra: Pasquale ha sfondato dalla parte di Zuniga e ha crossato con grande libertà, così come senza marcatura era Pinzi (era già successo per il primo gol) quando, con un colpo di testa, ha centrato il palo, la palla è finita però sui piedi di Di Natale e da lì inevitabilmente in rete.
LA RIMONTA – Sullo 0-2 Mazzarri ha tolto Gargano per puntare sulla qualità di Hamsik (lo slovacco trequartista e Dzemaili a centrocampo) e pochi minuti dopo, al 15′, Rocchi ha deciso per il secondo giallo per Fabbrini, colpevole di un fallo assai veniale su Campagnaro. E’ stata la vera svolta della partita. A quel punto, dentro anche Vargas, con la difesa a 4, o meglio, a 2 (Campagnaro e Cannavaro), visto che Dossena e Zuniga erano di fatto due esterni d’attacco. La partita è diventata prima un assedio alla porta friulana e poi una bolgia quando Rocchi ha fischiato un rigore per il Napoli per mani di Domizzi mentre Cannavaro, saltando più in alto, gli aveva messo un braccio sulle spalle. Ma fra uno specialista di rigori come Handanovic e uno sprecarigori come Cavani, è andata come doveva andare: prodezza dello sloveno, errore dell’uruguayano. Che ha cominciato a farsi perdonare al 36′ su punizione, grazie anche allo spostamento della barriera di Inler. In panchina non c’era più Guidolin, espulso da Rocchi, ma a Cavani non poteva bastare quel gol per sentirsi a posto con la coscienza. Ci voleva il capolavoro, la rete del pareggio, giunta quando Dzemaili ha liberato il suo sinistro, sventola terrificante, palla fra le gambe di Handanovic e rimonta completata.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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