E stavolta forse diventerà l’ultima vigilia senza dover vivere in quel limbo ch’è l’incertezza: perché poi, il gioco tornerà a farsi duro, essendo arrivati un bel po’ di duri per giocare. I «fratini» sparsi sull’erba indicano ch’è fatta, largo ai titolarissimi, quelli investiti nel ruolo da Mazzarri, quelli ritrovatisi il 18 dicembre ad agire (quasi) in emergenza, quelli rimasti «soli» e dunque senza concorrenti: domani è sistematicamente un altro giorno e figuratevi un po’ cosa accadrà a Parma, quando Cannavaro e Grava, Armero e Calaiò diventeranno effettivi, abili e arruolabili?
COLPO DI FEBBRE – Fiorentina-Napoli è alle porte e le squadre che vincono (soprattutto in sequenza) non si ritoccano d’una virgola: formazione annunciata, aspettando però il bollettino medico e i consigli che consegnerà la notte di Zuniga, improvvisamente reattivo e sorridente, assolutamente dimentico dell’influenza e per nulla preoccupato di effetti debilitanti. Si parte (realmente in treno) e si va a velocità moderata solo sulla corsia di sinistra, l’unica fascia in cui sia concesso perdersi in valutazioni, legate alle condizioni di Zuniga, il prescelto – a prescindere, verrebbe da dire – di un allenatore che non ha mai nascosto, neanche pubblicamente, l’ammirazione per quel fluidificante «ricostruito» con le mani proprie.
SEMPRE LORO – De Sanctis tra i pali e davanti al portiere una linea a tre che non prevede Paolo Cannavaro, lasciato con Grava in panchina per fargli assaporare gradualmente le sensazioni appannate dall’ultimo «terribile» mese, ma Campagnaro-Britos-Gamberini, il blocco monolitico che tra Siena, Roma e Palermo ha offerto prova della propria consistenza; la destra è di assoluta competenza di Maggio, la mediana del tandem Behrami-Inler; mentre lì, sul versante mancino, alle spalle di Zuniga, scalpitano Mesto (prima opzione per una eventuale sostituzione) e poi Armero, che sta entrando gradualmente in condizione.
SI RICOMINCIA «DAI TRE» – Il resto è sinfonia allo stato puro, è un calcio offensivo restituito ai legittimi interpreti del ruolo di tenori: Hamsik se ne andrà a danzare tra le linee o a cercare da solo i palloni, con quel cervello ch’è una calamita; poi Pandev e Cavani a completare il reparto, per irrobustirlo di razioni di fosforo e di potenza, tenendo Insigne già candidato – come abitudine – ad entrare e stavolta però in competizione con Calaiò, il partner d’una linea offensiva rispettabilissima.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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