Osare o non osare? Un Napoli sfrontato e quindi inevitabilmente votato a più d’un rischio, oppure un Napoli fedele alla sua storia tattica recente? Beh, visto come finì all’andata, verrebbe voglia di votare per la prima soluzione, ma gli azzurri sanno pure che peserebbe troppo un’altra brutta batosta in terra ceca; che un altro brutto crollo sarebbe complicato da far digerire a chi al San Paolo già s’è mostrato critico e severo.
DUBBI – E allora? E allora, ore di dubbi e decisioni per Mazzarri finalmente senza febbre ma diviso, forse, tra la sete di vendetta e il dovere, a questo punto, di pensare soprattutto (o soltanto) al campionato. Ecco perché alla fine la scelta della formazione anti-Viktoria sarà figlia un po’ dell’equilibrio e un po’ del compromesso. Che vuol dire: sì, in campo a novanta chilometri da Praga per la quasi impossibile missione di ribaltare un risultato che sembra già deciso e scritto, ma facendo tirare pure il fiato a più d’un titolare. A cominciare da Cavani, il quale dopo l’ultima chiacchierata con l’allenatore s’è convinto a restar fuori. Andrà in panchina El Matador, capocannoniere triste dell’Europa League. Però ci sarà. Come tutti gli altri. Perché Mazzarri, sorprendendo, alla fine ha convocato tutti per la trasferta ceca. Tutti tranne Armero che è fuori della lista Uefa e il giovane Colombo.
IL GRUPPO – Perché tutti? Forse per tenere la squadra stretta e unita in questo momento in cui contano molto la compattezza e la concentrazione; forse perché, chissà, dovesse mettersi bene il match di Plzen potrebbe esserci bisogno di alternative di qualità accertata; forse perché anche dopo quello che è capitato ad Hamsik è meglio non lasciare nessuno solo a casa. Cert’è, stamattina alle dieci tutti presenti sull’aereo che porterà la comitiva
Intanto, ieri, a fine allenamento stretta di mano tra i tifosi e la squadra. Pace fatta dopo i fischi di domenica al San Paolo A Plzen non mancherà la spinta azzurra a Praga e poi, in pullman a Plzen, dove Mazzarri scioglierà i suoi dubbi. Il primo legato al disegno, l’altro, di conseguenza, agli uomini da mandare in campo.
IL DISEGNO – Solito 3-4-1-2, oppure un inedito (almeno dall’inizio) 4-3-3? Perché ieri, sul prato di Castelvolturno, Mazzarri ha provato proprio questo. Con De Sanctis tra i pali, Rolando e Gamberini centrali, Maggio e Zuniga sui lati; a centrocampo, invece, Behrami Donadel e Dzemaili e in attacco Pandev, Calaiò e Hamsik. Il “solito” disegno, invece, davanti a De Sanctis prevederebbe la linea a tre Gamberini, Rolando e Britos; Maggio e Zuniga esterni; Donadel e Dzemaili in mezzo al campo e poi lo stesso attacco, con Hamsik alle spalle di Calaiò e di Pandev. Insomma, poche le certezze. E tra queste: l’esordio di Calaiò vice Cavani, e le presenze di Pandev e Marek Hamsik. Mentre è accertata la decisione di far riposare Cavani e forse anche Behrami, con Insigne pronto poi a rilevare qualcuno là davanti.
LA PACE – Intanto, ieri, a fine allenamento, stretta di mano tra tifosi e squadra. Dopo i fischi del San Paolo, una rappresentanza di tutte e due le curve, infatti, ha voluto incontrare l’allenatore e i giocatori. E li ha incontrati. A loro hanno detto che come sempre saranno accanto alla squadra pure a Plzen, con la raccomandazione, se così si può dire, di renderli orgogliosi anche in terra ceca. Dove il Napoli arriverà stamane e da dove ripartirà giovedì notte subito dopo la partita. Torneranno a Napoli all’alba di venerdì gli azzurri. Forse non proprio il meglio pensando al match di lunedì al “Friuli” contro l’Udinese.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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