L’Europa è al di là del verde, una distesa fascinosa pronto a spalancare le sue braccia per il terzo anno consecutivo, e in quell’universo luminoso che si intuisce all’orizzonte, c’è eventualmente la certificazione d’un ruolo e di una autorevolezza oramai indiscutibili. Siena-Napoli è la catapulta d’ultima generazione del calcio del Terzo Millennio e oltre le tre ore della doppia semifinale, occultato tra le emozioni d’una sfida imprevedibile e l’orgoglio di poterla vivere da protagonista, c’è il passaporto per ritrovarsi a prescindere accucciati ed appagati nella vecchia, carissima coppa Uefa, l’altra faccia d’un Vecchio Continente (comunque) attraente. La Storia è un romanzone accattivante di ottantasei anni in cui c’è tutto, la nobiltà degli scudetti e di Maradona e la miseria d’un Fallimento ancor così terribilmente vicino: e ora che Siena-Napoli sta per cominciare, trascinando con sé ogni possibile interpretazione e nell’attesa dei verdetti ufficiali e definitivi del campionato, ci sono pagine bianche pronte per essere arricchite di nuove (piccole) imprese, c’è il passepartout per (ri)accomodarsi nell’establishment internazionale.
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