E adesso che il gioco si rifà duro, i duri si rimettono a giocare: titolarissimi, per diritto conquistato, per rispetto della gerarchie, per condizione, per spirito di coesione, per maturità. Si scrive Napoli e poi si legge tutto d’un fiato, come quando da bambini le formazioni si leggevano dall’uno all’undici e poi si recitavano quasi fosse una filastrocca: De Sanctis…Campagnaro, Cannavaro, Aronica…Maggio. Maggio e Dossena le due frecce Gargano e Inler centraliGargano, Inler, Dossena…. Pandev, Hamsik… Cavani. Titolarissimi loro, perché manca Lavezzi, altrimenti ci sarebbe il pocho, of course: però, adesso, eccola qua la squadra dei sogni.
FOR EVER -Il titolarissimo, per eccellenza, è Morgan De Sanctis, novantaquattro partite consecutive in campionato a difesa d’una porta divenuta scorrevole per una sera, giovedì in coppa Italia, contro il Cesena, e poi riafferrata al volo. The number one, ora pure di maglietta, l’uomo solo – e largamente – al comando di ogni graduatoria, di ogni statistica.
TRE (PICCOLI) TENORI -Davanti c’è sempre la magistrale interpretazioni d’un trio da favola, che sa essere mutevole negli interpreti. E dietro, a sostegno di De Sanctis, a sua difesa, c’è comunque un terzetto che va molto di moda, che costruisce l’ossatura di Mazzarri: da destra a sinistra, non c’è verso, tocca a Campagnaro, a Cannavaro, ad Aronica, che undici volte su diciassette hanno avviato la partita, che dunque hanno dovuto farne a meno solo in sei circostanze, che dunque costituiscono il blocco di cemento armato, oppure la squadretta di corazzieri su cui poggiare la propria consistenza. Il Napoli di Mazzarri ragiona attraverso codici tattici che partono dalla difesa e che ora dovranno essere memorizzati da Britos, ripresentatosi dopo un infortunio che l’ha tenuto fuori per cinque mesi, e da Fernandez, il giovane sul quale maggiormente il club crede, pur senza tralasciare Fideleff.
FRECCE AZZURRE -In mezzo, non si cambia, perché pure lì ci sono solide garanzie, sugli esterni e nella zona nevralgica: i due interlocutori più concreti della mediana partenopea, Zuniga e Dzemaili, hanno dimostrato di essere in grado di offrire il proprio contributo ed esprimendosi in varie divagazioni sul tema del centrocampista moderno. Ma stasera, contro il Bologna, Maggio ne fa duecento in serie A – centosette delle quali con la maglia azzurra – e festeggia andando ad affrontare una delle avversarie con il quale è riuscito a cogliere il maggior numero di soddisfazioni, avendogli segnato tre volte. E poi a sinistra largo a Dossena, che sta giocando la sua terza consecutiva da titolare, ma che ha anche dimostrato di essere in forma. In mezzo, rispunta Gargano, dopo la serata di riposo contro il Cesena in Coppa Italia e ancora una possibilità per Inler in cabina di regia, per consentirgli di entrare nei meccanismi.
L’ABBUFFATA -E’ l’ora dei titolarissimi ma l’esigenza del turn over sta per tornare, prepotentemente: si gioca stasera al san Paolo con il Bologna, poi si chiude il girone d’andata a Siena, domenica pomeriggio, dopo un quadrimestre praticamente consumato quasi del tutto in notturna; e poi, ecco il pienone: il 25 gennaio è un mercoledì e c’è la Coppa Italia, Inter o Genoa che sia; il 29 appuntamento a Marassi per la prima di ritorno. E quando arriverà febbraio, ci sarà i, turno infrasettimanale (l’1), eventualmente, in caso di passaggio del turno, la prima semifinale di Coppa Italia (l’8) e la Champions (il 14). Saranno tutti titolarissimi, a quel tempo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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