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In Argentina per i trasferimenti nel mirino 146 procuratori

Centoquarantasei agenti Fifa, diversi club argentini e almeno 35 calciatori di prima divisione coinvolti: è l’inchiesta emersa a fine agosto in Argentina che ha fatto precipitare nel caos il calcio albiceleste. L’indagine portata avanti dall’amministrazione federale dei conti pubblici (l’Afip) ha messo nel mirino la presunta evasione fiscale compiuta dai procuratori sportivi nel trasferimento oltreoceano dei loro assistiti. L’Agenzia nazionale che controlla il flusso e il pagamento delle tasse ha sospeso i 146 agenti Fifa e ha chiesto all’Afa, la federazione calcistica argentina, e alla stessa Fifa (con tanto di lettere inviate a Grondona e a Blatter) di bloccare i trasferimenti dei loro giocatori in quanto ci sarebbero delle commissioni per i manager non dichiarate al fisco. A fine agosto nell’occhio del ciclone sono finite inizialmente le cessioni di Bottinelli dal San Lorenzo al River Plate ed anche quello dell’ex leccese Ignacio Piatti dallo stesso club argentino alla società salentina attraverso una terza società uruguagia, l’Atletica Sud America.
In base alle indagini della giustizia argentina, infatti, un gran numero di procuratori si sarebbe servito di club satellite all’estero (Uruguay, Cile e Svizzera) per far transitare i giocatori nella tappa intermedia del trasferimento da una squadra all’altra. Uno dei casi, secondo i media argentini, riguarderebbe ad esempio il neo acquisto viola Roncaglia, che prima di firmare per la Fiorentina sarebbe stato «parcheggiato» per qualche giorno al Club Fenix. Secondo l’inchiesta argentina in virtù di questo artifizio gli agenti riuscivano ad evadere le tasse in virtù della minore pressione fiscale di determinati Paesi.
Oltre ad essi nel mirino degli inquirenti sudamericani anche i trasferimenti di Stracqualursi, Ustari, Pablo Ledesma, Román Martínez, Vergini, Ortiz, Gigliotti, Santana e Zapata di proprietá di sette club argentini con il presunto coinvolgimento di diversi club (7 societá uruguaiane, 2 cilene e una svizzera, il Locarno), definiti dall’Afip «paradisi fiscali».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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