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Impianti sportivi full-time, piano del comune da 1,5 milioni

Utilizzo full time dell’impiantistica, riduzione della spesa del personale, contenimento dei costi, in poche parole: mettere a reddito i quattordici impianti sportivi comunali. Questa la strada che l’amministrazione de Magistris sta seguendo per trasformare i campi sportivi e gli stadi di Napoli in un piccolo tesoretto per le casse del Comune. Nel 2012 gli impianti sono costati all’amministrazione più di 4milioni e 700mila euro (totale delle spese) con una resa di 835mila euro. La percentuale di copertura del costo è di 17,74%, una cifra troppo lontana per i parametri richiesti dal decreto 174 per gli enti locali, secondo il quale la percentuale da raggiungere dovrebbe essere del 36%, così come per tutti i servizi a domanda individuale (esclusi gli asili nido). Per questo il Comune di Napoli per il 2013/14 ha messo in campo una serie di interventi che porteranno nella casse una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno al milione e mezzo di euro, con una riduzione di spesa di oltre seicentomila euro, così da arrivare al famoso 36% chiesto dal decreto. Questo l’impegno che sta portando avanti l’assessore allo sport, Pina Tommasielli, che indica le linee guida dei progetti: «Il mio intervento è posto ad efficientare la resa dell’impiantistica, quindi l’utilizzo a tempo pieno delle palestre, ma anche ridurre le spese per il personale e le spese vive degli impianti sportivi – manutenzione ordinaria e straordinaria – Riteniamo che con l’intervento di Napoli Servizi riusciremo a contenere i costi in maniera evidente». Fa l’esempio del San Paolo: «Il comitato per l’ordine e la sicurezza ci chiede per ogni partita del Napoli di assicurare un certo numero di elettricisti che durante la partita controllino l’erogazione dell’energia. Questo in altri tempi, a fine anno, costava, per colpa degli appalti esterni, oltre 40mila euro, soltanto per il presidio elettrico. Oggi invece con la Napoli Servizi, abbiamo costi contenuti e soprattutto utilizziamo risorse interne, come accade anche al Collana». In sostanza la partecipata del Comune permettere di ottenere la manutenzione degli impianti a costo zero. Poi rassicura l’utenza: «Vorremo cercare di evitare l’aumento delle tariffe per chi usufruisce degli impianti, per questo abbiamo pensato di utilizzare full time le strutture». Al Collana invece una fonte di guadagno che frutterà alle casse comunali quasi 50mila euro all’anno è il nuovo campo di calcetto, messo su con soldi dei privati. Poi c’è il discorso Virgiliano: «Stiamo cercando – dice l’assessore -, mantenendo la destinazione d’uso che è quella dell’atletica leggera, di utilizzare il campo centrale per il rugby e quindi metterlo a domanda individuale creando una rendita per un impianto che fino a questo momento non portava guadagni». Per quanto riguarda invece i quattro stadi di calcio: Ascarelli a Ponticelli, i Caduti di Brema, San Pietro a Patierno e il San Gennaro dei Poveri il progetto è di metterli a bando ed affidarli in concessione decennale o quindicinale, assicurando un ritorno sociale importante. Per il Palavesuvio, attualmente in gestione Coni, l’amministrazione prevede la messa a bando delle tre palestre, riqualificare quella esterna e gestirla in proprio. Per i piccoli impianti gestiti dalle municipalità: quello di via Lieti, Rione Incis e via Dietro la Vigna, il Comune ha deciso di rendere possibile una concessione in affidamento maggiore di un anno, mentre per quelli di difficile gestione si sta cercando un’intesa con la curia e laddove sia possibile farli entrare nella legge sugli oratori e annetterli alle parrocchie.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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