Tutti li vogliono, qualcuno li prenderà. Colpiti da improvvisa popolarità, i “gioiellini” biancazzurri provano a tenersi stretti uno all’altro. Perché si completano a vicenda. Eppure sarà difficile evitare la scissione. I loro nomi schizzano da una squadra all’altra. Inevitabilmente stanno cominciando ad arrendersi all’idea che dovranno separarsi, perciò hanno deciso almeno di suggellare il ricordo di questa straordinaria esperienza comune a Pescara con un simbolo indelebile sulla pelle, come svela uno dei più ricercati, il capocannoniere (con 27 centri) della Bwin, Ciro Immobile.
Immobile, è vera la storia del tatuaggio?
«Sì, abbiamo pensato a un qualcosa per sentirci sempre uniti e che lasciasse una traccia di questa stagione così rappresentativa per tutti noi, una specie di patto d’onore. Abbiamo optato per un tatuaggio con disegno a discrezione, diciamo tema libero. Ad esempio Verratti, Maniero e Insigne hanno scelto uno “smile” dietro il gomito, mentre io e Insigne un “bacio” sul braccio. Ma non posso svelarvi il significato».
A proposito di Insigne, è vera la storia delle Porsche promessagli dalla società per il 20esimo gol?
“Se è vero, vuol dire che è stato più furbo di me. Io avevo pattuito un premio per i 10 gol, li ho toccati talmente tanto tempo fa che quasi me ne sono dimenticato. Se arriverò a 30 e lui a 20 (ora ne ha 18) potrò solo chiedergli se mi fa fare un giro».
Quanto vi piacerebbe rimanere in gruppo anche in A per misurarvi con il calcio che conta?
«Sarebbe meraviglioso, sono certo che faremmo bene. Però non dipende da noi e dobbiamo adeguarci alla realtà. Al momento le trattative sono ancora nella fase iniziale, ad esempio Lorenzo (Insigne) lo vediamo piazzato nelle ipotetiche future formazioni di mezza Italia. Alla fine non sappiamo come si svilupperanno. Comunque?».
Cosa?
«Prima di fare tutti questi discorsi, in serie A dobbiamo ancora arrivarci con il Pescara».
Sulla carta potevate riuscirci martedì scorso.
«Ma quello con il Livorno non era un vero e proprio match ball, perché si partiva dallo 0-2 e c’era appena un’ora da giocare. Certo, accorciando subito avremmo anche potuto sperare di ribaltare il risultato. Purtroppo io stesso ho fallito un paio di occasioni importanti (e colpito un palo) e, dopo aver rivisto l’azione in tv, mi sono reso conto che se avessi passato quel pallone a Caprari forse le cose avrebbero preso una piega diversa. Ci sono rimasto male, ma non importa, ora pensiamo solo alla Sampdoria e, in subordine, alla Nocerina».
In che percentuale siete ottimisti?
«Tanto. Sappiamo che a Marassi non sarà facile, i blucerchiati vogliono vincere per assicurarsi i play off nella migliore posizione possibile e prevedo una partita spigolosa. Però noi abbiamo delle motivazioni forse superiori e vogliamo chiudere il discorso prima possibile».
Come si vive l’attesa di un appuntamento con la storia?
«Spensierati, come al solito. E lavorando tanto. Il mister continua a farci fare i gradoni».
Sogna di certificare la promozione con un suo gol?
«Beh – sorride – io vorrei segnare sempre, però stavolta è diverso. Andrebbe bene anche un gol del magazziniere o, ancora meglio, di Cangelosi (il vice di Zeman, ndc)”.
Tornando al mercato, lei dove giocherà?
«Non lo so. Il mio cartellino è a metà tra Juventus e Genoa, ma vorrei tanto rimanere a Pescara. Insieme a tutti gli altri».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro