In quel pallone di cuoio che rotola verso la gloria è impossibile andarci a leggere il destino, ma nella sentenza da scrivere su quell’incrocio pericoloso tra il Borussia Dortmund e l’Arsenal c’è un’opzione morale (e pure caratteriale) che il Napoli si concede con il 3-2 sull’Olympique Marsiglia che sa di prova di forza e dimostrazione d’autorevolezza. Chi può dire quel che accadrà, però in quel San Paolo stordito dalla felicità c’è un romanzone che Gonzalo Higuain regala con una doppietta da «fenomeno» e che trascina di slancio a sfogliare i prossimi capitoli standosene con il cuore in mano.
SORPRESA! – L’ora e mezza che non t’aspetti è un concentrato di stress, di colpi di scena, di alti e bassi, di ribaltamenti emotivi e, strano ma vero, tutto comincia ancor prima del fischio d’inizio, quando s’avverte la presenza della Juventus (perché negarlo?) ossequiata da Benitez tenendo fuori Behrami ed Hamsik in panchina e lanciando Dzemaili-Pandev a far le veci degli interpreti principali. Il rischio è ovviamente incalcolabile ed al decimo il sospetto di aver «esagerato» s’insinua in una notte per uomini forti: c’è tanto Napoli però c’è pure l’Olympique, risorto dalle proprie ceneri (rispetto all’andata), sofferente nella lettura dell’abbrivio e graziato da Mertens (5′: fuori di poco) ma ispirato, restaurato nel morale e nella spregiudicatezza e capace di scappare via sull’angolo di Thauvin, capitalizzato da un André Ayew che deve avercela con Reina, avendogli già fatto gol all’andata.
ANIMO, RAGAZZI – Il señor sì che se ne intende e in quel clima improvvisamente depresso parla con il corpo, trasmettendo sicurezza ad una squadra che sta cercando di impossessarsi del campo senza concederne ad un avversario che tra Valbuena e Thauvin sa come far male. La pressione (quella offensiva) sale e in quei venti metri c’è un un forcing moderato però costante che alla breve rimescola la serata, scaccia via la paura prendendola a pallonate. Al Napoli vengono i due minuti e quello scatto d’ira e è un inno all’ottimismo ma pure il premio alla propria capacità di dominare le situazioni negative (21′: colpo di testa di Fernandez, ci vuole Mandanda per intero) e trasformarle nell’energia sprigionata da Inler dal limite area (22′) con un sinistro a incrociare potente e raffinato. Ma non finisce qua, perché l’inerzia va sfruttata, la spaccatura del Marsiglia va «punita» e la sorte afferrata al volo: da Inler (ancora lui) in verticale su Callejon, per un pallone che Pandev in elevazione concede ad Higuain (24′) per il destro del 2-1 che prende al mento l’OM, schienandolo (per un po’) sull’erba del San Paolo.
CHOC – Ma la Champions vieta tassativamente di indietreggiare: Baup s’accorge del calo improvviso del Napoli, sfila Valbuena e sistema Payet sulla (sua) sinistra, preferendo osare con gli esterni bassi. Il risultato è nella percussione a campo largo (19′) ispirata da Payet e chiusa con il 2-2 di Thauvin, spuntato dal nulla alle spalle d’Armero. Il futuro è racchiuso in quella mezz’ora scarsa in cui il Napoli si rifugia nella propria rapidità di pensiero, utile per cogliere una crepa, la più piccola, d’una difesa intanto trasformata in bunker, con nove uomini che stanno al di là del pallone e possono permettersi un atteggiamento disinvolto, privo di tensioni. La rabbia è dentro il San Paolo, che ha percezione delle difficoltà umanissime della squadra ma che intuisce pure la solidità nervosa, espressa nel palleggio ritmato per spostare l’avversario e poi prenderlo alle spalle della linea difensiva, con il lancio di Inler, la percussione di Mertens e l’assist del 3-2 di Higuain. La Champions è andrenalina allo stato puro e il palo (39′) d’Insigne appena entrato ne accentua la dose: ne scorrerà a fiumi, tra il Borussia e l’Arsenal.
Fonte: Corriere dello Sport
