Cari tifosi del Napoli,
non è facile quantificare e descrivere l’emozione che ho provato, seduto sul divano di casa, nel vedere lo striscione apparso nella curva del San Paolo prima della partita Napoli-Chievo. «Imbriani non mollare». È stata una di quelle sorprese che colpisce al cuore.
Chi ha avuto la fortuna di indossare questa maglia, ha vissuto sulla propria pelle la grandezza dei napoletani e del loro enorme cuore. Partendo da San Giovanni di Ceppaloni ad appena 13 anni, ho realizzato un sogno: indossare la maglia azzurra, giocare in serie A e segnare davanti al meraviglioso pubblico del San Paolo.
Arrivavo dal settore giovanile di Soccavo e non ero un giocatore affermato, eppure i napoletani mi hanno sempre sostenuto con grande calore. Mi sono sentito uno di loro. Sempre, quando si vinceva e quando si perdeva. Ho indossato altre maglie, ho vissuto in altre città, però il legame con Napoli era ed è fortissimo, così come con Benevento.
Se per i napoletani il motto è «Chi ama non dimentica», io non dimenticherò mai il loro grande affetto, ulteriormente testimoniato domenica da quello striscione. In questo momento particolare della mia vita sento vicini i tifosi azzurri. Sto giocando una partita difficile e lo faccio con grande forza per me stesso e per la mia famiglia. Quando incontro tifosi del Napoli, insieme ricordiamo le domeniche in cui giocavo in maglia azzurra. Ricordi incancellabili, così come saldissimi sono rimasti i rapporti con alcuni di quei ragazzi che ho frequentato nello spogliatoio del Centro Paradiso, da Pecchia a Taglialatela, i più vicini in questi durissimi mesi.
Abbraccio tutti i tifosi che hanno voluto salutarmi l’altra sera prima che cominciasse un’importante partita del nostro Napoli. Vorrei chiudere questa lettera di ringraziamento ai napoletani con una riflessione su quanto è accaduto nella scorsa settimana, dopo la partita contro la Juventus a Torino. Si sono viste e ascoltate cose molto tristi, con nuove manifestazioni di razzismo. Un argomento penoso, che ha ferito il nostro orgoglio. C’è chi perfino ha «sollecitato» il Vesuvio… Anche io mi rivolgo al Vesuvio, chiedendogli di non dare ascolto a chi approfitta di una partita di calcio per sfogare i propri peggiori istinti, anche quello razzista, che evidentemente ancora esiste. Una città più bella e più generosa di Napoli quelle persone non l’hanno mai vista.
Carmelo Imbriani
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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