Ed ora il Napoli deve difendersi dall’ipocrisia dei luoghi comuni. Niente di peggio di chi vuol goffamente consolare chi cade in disgrazia. Sento già parlare di difesa che non va, solite storie. Di modulo. Di centrocampo che andrebbe meglio a tre. Meglio guardarsi le spalle dal provincialismo di ritorno.
Per i giornalisti c’è un solo modo per rispettare la squadra, il pubblico, chi legge, se stessi. Dire la verità. Ci provo anche adesso. La prendo larga.
1) È rimasto in Champions un solo grande italiano. Carlo Ancelotti con il suo Real Madrid.
2) È rimasto un solo club, non in Champions, ma in Europa League, quindi nel giro internazionale più modesto una sola squadra italiana, una sola tra le sedici delle due Coppe. È un caso se sopravvive una sola? Ed è un caso se vi riesce a malapena la Juve soltanto?
Detto questo, stringo sul Napoli. Ha perso con una delle più modeste squadre europee: terza nel campionato portoghese, dopo una brutta crisi con relativo cambio di allenatore. Pensate: possibile la conquista finale, passando ai quarti?
Il Napoli esce con dignità. Un’ora di calcio frenetico, con ritmo e pressing alti, ha smascherato i difetti del Porto, pasticcione in difesa. Ma il Porto diventa forte quando può imporre tecnica, quindi palleggio. Il Napoli gliel’ha lasciato fare nel primo tempo ad Oporto. Tornando dopo l’1-0, risultato terribile, e ricordando le parate di Reina in Portogallo è più facile capire che cosa è successo e rassegnarsi al divario: l’Europa non perdona chi gioca in modo scadente la prima partita e vuole chiudere i conti giocando solo nel ritorno calcio perfetto.
Se in un’ora di calcio d’impeto, una squadra segna appena un gol merita gli applausi. Certo. Ma il passaggio non si acquisisce così, e stavolta per i quarti è stato tutto deciso ad Oporto. Alcuni giocatori furono meno che modesti, come lo stesso Higuain. Al San Paolo si è visto un Napoli splendido. Ma in Europa si sale affrontando con esperienza e ben concentrati due partite, non una.
Benitez tavolta ha inmdovinato tutto, ha motivato benissimo la squadra, ha escluso Hamsik e Callejon centrando la soluzione Pandev che nessuno avrebbe adottato, lui sì, ed ha avuto ragione. Complimenti.
C’è abbastanza per ripartire.
Dipende da De Laurentiis e Benitez. Un Napoli che esca completo dal mercato e tonico per ogni partita.
La precarietà, con giocatori disomogenei tra campioni e gregari, e la discontinuità, tra partite sciatte ed altre davvero brillante, danno risultati eloquenti: illusioni e delusioni, l’addio all’Europa e le partite di consolazione per Coppa Italia e magari secondo posto. Non resta altro. Può essere tanto o nulla. Vediamo come va. Si prepari intanto il Benitez 2.
Fonte: corbo.blogautore.repubblica.it/
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro