Non basta l’assalto finale. L’uno-due in un minuto di Cavani e Lavezzi riaccende la speranza ma il Napoli sfiora soltanto la clamorosa rimonta dallo 0-3 al 3-3. Non basta: un tempo e mezzo è da cancellare e la squadra di Mazzarri conferma i difetti di approccio alle partite di campionato: la mancanza di convinzione nella fase di finalizzazione e le troppe incertezze difensive. Più reattivo e convinto il Genoa, animato da particolare voglia anche per vendicare i sei gol incassati al San Paolo. Su tutti ha brillato Palacio.
Se Gargano e compagnia avessero iniziato a giocarsi la partita così come hanno fatto in quei dieci minuti della ripresa. Se la difesa napoletana non si fosse ancora una volta incartata. Se Pandev avesse segnato.
L’occasione
Di nuovo, si intravede soltanto il fallimento di una ghiotta occasione – forse l’ultima – di agganciare il treno per il terzo posto: sconfitte di Inter e Udinese e pareggio della Roma. Ora non resta che pensare a quanto realizzato in positivo – Coppa Italia e Champions – ed a quanto, di rimando, residua di incompiuto. Qualunque cosa dovesse succedere prima delle sette di domani sera, quando chiuderà il mercato d’inverno, il Napoli dovrà prendere atto della sua dimensione, che è quella di una squadra che può aspirare al massimo ad un posto in Europa League, salvando così la prossima stagione.
La Coppa Italia
Ecco perché è da tenersi ben stretto il successo sull’Inter di mercoledì scorso. Quella gara conserva il Napoli in linea di galleggiamento per l’Europa: in semifinale incontrerà il Siena, poi – se non ci saranno avversità – la vincente di Milan-Juve, ovvero pur arrivando secondi gli azzurri guadagnerebbero comunque il posticino nel torneo internazionale.
Peccato che il campionato stia andando così, peccato che la scorsa estate si fosse convinti di disporre di un’ottima difesa, d’un attacco pungente, d’un solido centrocampo, e non si è invece badato a chi, come Mazzarri, evidenziava nelle segrete stanze che tutti i settori risultavano insidiosamente carenti di vere alternative. Anche per questo il Napoli vive un momento difficile, dovuto a stanchezza fisica e mentale: bisogna rendersi conto che il gruppo non ha più forze a sufficienza. E, quando non gira bene, ogni contrarietà sembra richiamarne un’altra. Durante le situazioni di caduta è come se ci si trovasse dentro una centrifuga: bisogna scongiurare il pericolo che si aprano ulteriori falle. Screzi e qualche malumore potrebbero provocare un temibile sfaldamento. Ecco perché occorre necessariamente mantenere la rotta. Per Mazzarri e il Napoli inizia il mese più delicato degli ultimi anni. Perché le stagioni costellate di tante vittorie sono ormai lontane. I sorrisi pure. Ora restano i pezzi da raccogliere per rimettere insieme il mosaico.
Le insidie
Il calendario già adesso comincia a presentare il conto: mercoledì c’è il Cesena, poi il Milan a San Siro. L’ultima in classifica necessita di risultati-salvezza; la compagine rossonera, di contro, punta al primo posto e non ha intenzione di lasciare briciole per strada. Un tour de force per la Mazzarri band. Mese della verità anche per scrutare il futuro. Molti errori e qualche attenuante. Giusto, però, concedere un’altra chance. Soprattutto se questa si chiama Coppa Italia e porta dritti in Europa.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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