Via Giulio Cesare, a un passo dal San Paolo. Gaetano Capaldo, ha 26 anni e studia Economia. Guarda la partita con papà Mario, mamma Assunta e un gatto tigrato dal doppio nome: “Nino” per mamma e papà, “Gatto” per Gaetano. Lui, tanto, si gira comunque lo si chiami, basta offrigli un posto dove accoccolarsi. Stasera sceglie le gambe di Gaetano. Mario decanta le lodi di Rolando ad Assunta mentre lei si dispera per le zolle che si sollevano dal campo. Gaetano rimpiange Behrami. Non fa in tempo a dirlo che il Plzen va in vantaggio. Mario si lamenta. Assunta si arrabbia. Gaetano fa scendere Gatto dalle gambe e si tira su: «Adesso si fa sul serio, adesso la raddrizziamo», dice alla mamma. Nell’intervallo arrivano gli amici di Gaetano, Michele Annunziata, Sirio Orlando e la fidanzata Chiara Capobianco. La casa diventa una bolgia, complici anche gli starnuti a ripetizione di Michele, allergico al gatto. Ormai è il delirio. Poi il raddoppio. E il lutto. Tutti contro Zuniga e di riflesso contro Michele, che calcisticamente lo adora. Poi il terzo gol. La partita è maledetta, l’atmosfera gelida. Il forno, in compenso, è caldo.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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