Ilaria Puglia su “Il Mattino”:
“Via Monteroduni, nel bel mezzo dei Quartieri Spagnoli. Al piano terra di un condominio basso c’è casa Russo-Leboffe. Lei, Renata, alta, spigolosa e divanista nell’animo, lui, Antonio, bassino, morbido e curvarolo sfegatato. Pranzano al volo con paccheri al pomodorino fresco, poi, alle 14.59, digiuno nonostante l’ora, bussa l’amico Gino Di Mare. Arriva all’ultimo minuto perché, prima di entrare in casa, per scaramanzia, deve assolutamente trovare qualcuno a cui dire «Forza Napoli», uno chiunque, dal pasticciere al pescivendolo, perciò ci mette tempo. Tre «malati di pallone». Antonio ha talmente nel sangue lo stadio che la partita vista da casa per lui è un’eresia. Si rintana nella stanza accanto al salotto a leggere un libro che parla di camorra, mentre Ferrara e i suoi ci bloccano a centrocampo e Mazzarri viene espulso. Alla tv neppure si avvicina. Ogni volta che la palla entra nella metà campo del Napoli, Gino incrocia le dita di entrambe le mani per buon auspicio e le scioglie solo quando gli azzurri recuperano palla. Nell’intervallo, Renata si alza dal divano in una cappa di fumo nervoso e, per scaricare l’ansia accumulata su Tagliavento, carica la lavastoviglie. Da questo momento, seguirà la partita in piedi, fumando come una ciminiera. Gino intanto, dopo aver bevuto almeno dieci caffè, continua a divorarsi le unghie. Antonio tace ancora nella stanza accanto. È un attimo. Rigore. Cavani sul dischetto, tira e gol! Gino in piedi al centro del salotto allarga le braccia in estasi, Renata scaglia via il cuscino del divano e Antonio corre davanti la tv e lancia baci in direzione del Matador. È fatta: «Adesso guardo le interviste in tv fino alla nausea», afferma soddisfatta Renata agguantando un babà”.
La Redazione
P.S.
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