«Non si è tifosi per un motivo: ci si nasce, col sangue azzurro». Ha le idee chiare Francesco Capuano, 42 anni, “fanatico” del Napoli: persino sull’acquario ha messo lo stemma della squadra. Davanti al plasma 51 pollici al centro del salotto, in via Bonito, è con i figliocci srilankesi Antonio e Franceschino Jayasinghe, di 4 e 14 anni, e gli amici Massimo Esposito e Giovanni De Flaviis, tifoso della Samp. Telecronaca del tifoso e si parte.
Il clima rilassato irrita Francesco. Non ci si gioca niente ma ha lo stesso il sangue agli occhi: uno stato d’animo domenicale ormai consolidato. Anche i pappagalli di casa sembrano arrabbiati. Grillo segna, Massimo dice che Rosati sembra un cartonato, Francesco ordina il cambio posti per riordinare le idee. Nell’intervallo, spazio alle “pastarelle”: tranne Francesco, che ha lo stomaco chiuso. Alla ripresa, cambio: esce Giovanni, che va via, ed entra lo zio Salvatore. Ha visto il primo tempo a casa, ma il nipote gli porta fortuna e ha deciso di raggiungerlo in cerca di vittoria. Franceschino si alza urlando, Massimo bacia la sciarpa, Francesco blocca le postazioni davanti alla tv: chi deve fare pipì è costretto, da ora, a trattenerla. Funziona! Hamsik segna. In salotto si balla, i dolci volano. Zio Salvatore rivendica la vittoria. La faccia è salva, la domenica pure.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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