Questa è la domenica di Peppe e di suo figlio Luca: a otto anni, oggi è la sua prima volta al San Paolo. Una padronanza di linguaggio che quasi ti spaventa e ragionamenti che ti permettono di divertirti insieme a lui. Il padre è emozionatissimo mentre gli spiega che questa è l’unica malattia che non fa male alla salute. «Non è una malattia» risponde lui «è di più, una pazzia». Peppe descrive il suo impatto con lo stadio, lo stupore negli occhi di suo figlio nel vedere il terreno di gioco. Luca si guarda intorno rapito, ma, soprattutto, già consapevole. Gli raccomando di godersi ogni secondo di questa giornata, lui e il padre non la dimenticheranno più. A me, il suo sorriso innocente fa venire una voglia matta di portarci i miei bambini, allo stadio. Che battesimo quello di Luca, nonostante un brutto pareggio. Prima il sole, poi il cielo nuvoloso, si alza il vento e segna Dzemaili, dopo il gol di Cavani spunta un raggio di sole. Poi ci rimontano e inizia a piovere. Luca è passato attraverso tutti gli stati d’animo del tifoso: attesa, entusiasmo, rabbia, sconforto e amarezza. Ha ascoltato cori, gioia, improperi. È una vita di passione e ripartenze, quella del tifoso, questa è la bellezza del calcio. A otto anni Luca già lo sa.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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