Ilaria Puglia per “Il Mattino”
“Il “buon rito” si vede dal mattino. Così, quando gioca il Napoli, è obbligatorio scegliere sempre la stessa panca in chiesa durante la messa, tornare a casa per pranzo e ascoltare sempre le stesse tre canzoni sul Napoli (tra cui La favola bella). Succede in casa Mondola, a Casoria, in via San Rocco. Carmine, 24 anni, vignettista, guarda la partita con papà Giovanni, mamma Anna Maria Pentecoste, e l’amico Antonio D’Agostino, tifoso dell’Inter ma simpatizzante azzurro. Pochi minuti di gioco ed è già rigore. Il ritorno del Matador restituisce linfa vitale a Giovanni, influenzato. Salvo avere subito una ricaduta per l’autogol di Cannavaro. Il Napoli divora gol a ripetizione e in casa si invoca l’intervento di un prete che benedica la squadra. Nella ripresa, il caos. Carmine, in piedi, gesticola come un pazzo: ce l’ha con il capitano e i suoi “lanci lunghi da oratorio”. Carmine impugna la saliera e rovescia un po’ di sale a terra per cacciar via il malocchio. Dopo due minuti segna il Matador! Ma Denis non ci sta e si va di nuovo pari. Tra Uruguay e Argentina la spunta la Macedonia: gol di Pandev e 3-2. La domenica è salva”.
La Redazione
P.S.
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