Dalla …”Tribuna” di Via Caracciolo Ilaria Puglia:
“Li abbiamo visti con sorrisi a trentadue denti, capelli cortissimi coperti da cappellini con visiera, bermuda e magliette attillate a definire pettorali che sembravano scolpiti, gonfiare il petto davanti agli obiettivi. Li abbiamo guardati indossare giacche a vento e pantaloni impermeabili man mano che il tempo peggiorava. I velisti hanno invaso la città e mai invasione, a Napoli, fu più dolce. Incarnano un tipo di atleta a cui non siamo abituate, estremamente diversi dai calciatori tatuati che, dopo un gol, lasciano venir fuori l’animale che hanno dentro. I velisti no, portano in volto la concentrazione e la determinazione. Sono belli perché abbronzati e con le labbra bianche per la crema protettiva, il segno degli occhiali da sole sulla pelle e il vento tra i capelli. Hanno il passo elastico e il corpo tonico degli sportivi ben allenati, sono vestiti in modo elegantemente sportivo. Sono anche snob, perché no, ma colti, raffinati: di Napoli apprezzano prima di tutto il patrimonio artistico e culturale. Ti affascinano per come si muovono, perché sembrano dominare gli elementi anche quando sono a terra. Spesso biondi, con gli occhi azzurri, ma anche bruni con gli occhi chiari, come lo skipper del team francese. E anche quando non sono oggettivamente belli, hanno comunque un fascino particolare. Come James Spithill, skipper dell’Oracle. Mentre racconta che adora veleggiare, che la sfida migliore è quella del mare agitato, che gli piace il cambiamento improvviso del tempo da molto bello a molto brutto, mentre dice che se non è così non è divertente, tu vorresti solo dirgli «portami via con te»”.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
