Fila 10, erano seduti vicini Fernandez e Lavezzi in aereo. Campagnaro, Fideleff e Santana completavano il piccolo clan argentino. I tifosi passavano e facevano i complimenti al Flaco, autore della doppietta di testa al Bayern Monaco, e caricavano il Pocho.
«Regalaci un gol contro la Juve».
Lavezzi parlava sottovoce con Campagnaro. Era arrabbiato, lui a perdere non ci sta e se l’è presa per quel quarto d’ora che rischia di compromettere la qualificazione del Napoli agli ottavi di Champions League. Per fortuna, ci sono stati i gol di Fernandez, quel lampo di orgoglio che non ha consentito al Napoli di riaprire la partita ma la reazione è piaciuta ai tifosi.
Complimenti per Federico sono arrivati anche dai genitori, che lo hanno seguito a Napoli affinché potesse più facilmente ambientarsi. E un messaggio è partito dai tifosi speciali di Lacedonia, il paese dell’Avellinese dal quale è emigrato il bisnonno della mamma di Fernandez alla fine dell’Ottocento. Era destino che il ragazzo venisse in questa terra.
«Mi sono trovato subito bene a Napoli».
Lavezzi gli ha aperto le porte di casa, il Pocho è il leader del gruppo argentino. Federico ha preso subito lezioni di italiano per poter comprendere meglio le indicazioni di Mazzarri e dei compagni più esperti. E grazie al Napoli è riuscito ad entrare nel giro della Seleccion, passata dopo la disastrosa Coppa America sotto la guida di Alejandro Sabella. Poche apparizioni in campo, però in quel gruppo di fuoriclasse lui c’è.
«Ed è un motivo di grande orgoglio, come quello di indossare la maglia del Napoli».
Una cameseta che è una storia per gli argentini, dopo gli anni d’oro di Maradona.
Fernandez ha telefonato al suo procuratore Gustavo Goni mentre raggiungeva l’aeroporto Strauss di Monaco di Baviera. Gli ha confidato le sue emozioni per i due gol di testa a Neuer, il portierone che aveva incassato una sola rete all’Allianz Arena. E che gioia veder esplodere di felicità gli ottomila tifosi che avevano seguito la squadra in Germania, sognando l’impresa.
«Non ce l’abbiamo fatta ma i giochi per la qualificazione restano aperti»,
ha spiegato Federico, che come tanti colleghi comunica spesso attraverso Twitter e sulla sua pagina ha annunciato ai 20mila amici che metterà a disposizione una maglia, probabilmente non quella indossata all’Allianz Arena. Non c’è tempo per fermarsi, domenica arriva la Juve e Fernandez spera di trovare ancora spazio. Le sue prove, anche quelle non esaltanti sui campi di Cagliari e Catania, hanno convinto Mazzarri, che s’era affidato a Federico per il match con il Bayern per colmare l’assenza di Cannavaro, squalificato.
«Magari potrebbe giocare e segnare un gol alla Juve»,
ha spiegato l’agente Goni ai microfoni di Radio Crc.I due gol di Fernandez hanno ricordato quello di Maggio all’Udinese: punizione, cross sul secondo palo dove si piazza il saltatore azzurro. Schemi su palle inattive che vengono provati a Castelvolturno, dietro quei tendoni verdi che ha fatto montare Mazzarri affinché non venissero scrutati gli allenamenti del Napoli. I 189 centimetri di Federico sono un’arma da sfruttare anche nell’area avversaria. Per lui conta solo «lavorare e migliorare: sono alla prima stagione in un campionato impegnativo». Eppure, un anno fa ha vinto lo scudetto d’Argentina e la Libertadores, la Champions del Sudamerica. Tra i suoi compagni nell’Estudiantes c’era Veron, l’ex campione di Lazio, Parma e Inter che si è recentemente ritirato. Anche lui è un estimatore di Fernandez e pensa che possa sfondare in Italia come nella Seleccion. Per ora, Federico è con Cavani il miglior realizzatore del Napoli in Europa. Due reti. E non è finita qui.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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