Non bruciata, addirittura scomparsa. Italia: game over. Per la prima volta, nessuna delle Nazionali giovanili è in corsa per un titolo internazionale: in quest’estate siamo fuori da tutto. Non ci siamo agli Europei U19 e U21, ai Mondiali U17 in Messico e U20 in Colombia. Una riga con la matita rossa si tira sull’estate 2011: altro che anno zero, è l’estate nera nella storia del settore tecnico, perché così in basso non siamo mai caduti. Appunti utili per il lavoro di ricostruzione affidato all’esperienza di Arrigo Sacchi, l’ingegnere di quel cantiere dall’infinito patrimonio chiamato ‘Vivaio Italia’. Sperando che torni, magari grande.
Fuori da tutto. L’Italia si è autocancellata sulla mappa del calcio giovanile internazionale. L’eliminazione più eclatante è dall’Euro U21, in questi giorni in Danimarca (Spagna super favorita): nelle qualificazioni siamo stati buttati fuori dalla Bielorussia dal torneo di casa nostra, noi che abbiamo 5 titoli e siamo i primi nell’albo d’oro. Il fallimento dell’U21 è pero’ solo la punta di un iceberg: bisogna guardarsi alle spalle, per rendersi conto di un vuoto che preoccupa. Il problema è la base, fragile come un cristallo, formata da Nazionali non competitive e con giocatori accerchiati già a 16 anni da agenti e da superagenzie di procuratori. Sia chiaro, è l’effetto delle scelte dei nostri club, con le Grandi in testa, e il rapporto causa-effetto è immediato: fuori dall’Euro U19, che parte il 20 luglio in Romania (finale il primo agosto); fuori dal Mondiale U17, che è iniziato ieri in Messico (chiusura il 10 luglio), dove la truppa sudamericana (Argentina, Brasile, Uruguay) è grande favorita per il titolo e dove l’Europa si presenta con Francia, Germania ed Inghilterra. La sorpresa è l’assenza della pluridecantata Spagna. Siamo spettatori anche al Mondiale U20, dal 29 luglio al 20 agosto, in Colombia.
Della generazione Duemila, poco o nulla. Per rivedere gli ultimi trionfi azzurri, si deve risalire all’Euro U19 2003 (c.t. Paolo Berrettini), all’Euro U21 2004 (c.t. Claudio Gentile), al bronzo olimpico in Grecia nel 2004 (c.t. ancora Gentile). Dopo, il nulla. Abbiamo trovato altri tre indizi per inquadrare l’emergenza-azzurra. Primo: prendendo il quadriennio mondiale tra Germania e Sudafrica come riferimento, oggi sono in A solo 12 italiani che nel ‘05-‘06 giocavano nel campionato Primavera. Secondo: la serie A è il campionato più vecchio d’Europa (35°, età media: 27 anni e 106 giorni), ed è terzultima tra i campionati a licenza Uefa per la promozione dei giovani dal vivaio alla Prima squadra (serie A 34°: media 8,9%). Terzo: il Barcellona investe 15 milioni all’anno nella cantera; i top club italiani, Milan, Juve e Inter, si fermano a 5. Non sorprende quindi che il Barcellona stia vincendo tutto con in rosa 8 ex ragazzini delle giovanili, mentre l’Inter che ha fatto suo il Viareggio ha pochi giocatori cresciuti in casa.
Di fronte al fallimento di quest’estate, tutto puo’ essere utile. Allora, largo al «piano giovani» del c.t. Prandelli: una squadra di 25 under 19 in B o in Lega Pro; alla riduzione dell’età nel Primavera; alle squadre B delle Grandi con soli giovani italiani in Lega Pro. Il 12 marzo il vicepresidente federale, Demetrio Alberini:
“Stiamo male, ma ho un’idea”.
Bene, ma faccia in fretta.
La Redazione
P.S.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
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