Un accidente, una squalifica, il bisogno di trovare più equilibrio dopo gli sbandamenti e la sconfitta di Marassi ed ecco alle porte un’altra mezza rivoluzione. Almeno cinque, infatti, i cambi in arrivo rispetto all’ultima partita. Un nuovo turn over. Termine che in verità fa rabbrividire il Napoli, visto che quasi mai gli porta buoni risultati.
La prima volta contro il Chievo: tre giorni dopo il match col Milan e tre prima di quello con la Fiorentina. Sette sostituzioni! E vinse il Chievo. Poi con il Cagliari: cinque giorni dopo Napoli-Bayern e 3 giorni prima di incrociare l’Udinese e fu 0-0. Quindi a Catania: tre giorni dopo il match vinto contro l’Udinese e quattro prima del ritorno a Monaco e andò un’altra volta male. A Bergamo, contro l’Atalanta, il quarto turn over: quattro giorni dopo il successo sul Manchester City e alla vigilia dell’appuntamento con la Juve. Fu pari anche stavolta. Infine l’ultimo, che è stato anche il primo in casa, contro il Lecce: dopo Napoli-Juve e prima del successo in Spagna col Villarreal, decisivo per il passaggio del turno in Champions League. E contro il Lecce il Napoli vinse pure. Finalmente. E abbondantemente.
L’ULTIMA MOTIVAZIONE – Stavolta, invece, la mezza rivoluzione è tutta dedicata al campionato. All’idea, alla speranza d’una rincorsa al terzo posto che però pretende un percorso senza più passi falsi. Un cammino da prima della classe, mentre s’annuncia un altro ciclo intenso di partite: sette in meno di quattro settimane. E tra queste c’è anche quella con il Chelsea.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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