Ilaria Puglia per “Il Mattino”
“Più che una partita, una battaglia. Sì, perché Gilda Longhi, 27 anni, è prigioniera in terra nemica: unica tifosa del Napoli in una famiglia interamente nerazzurra. Sono interisti il padre Pasquale, la mamma Antonietta Verde e il fratello Fabio, la cui stanza è dipinta dei colori della squadra di Stramaccioni. Lei, invece, fin dal passeggino cantava «Maradona è megl’e Pelè». Sciarpa al collo e «curniciello» in tasca, è pronta al duello. Per annientare l’influenza nefasta degli avversari ha invitato a casa il fidanzato Alberto Scarpato e gli amici Angelo Rogano, Anna D’Auria e Raffaella Esposito. Tutte le armi sono lecite, compresi i taralli sugna e pepe. Tre minuti ed è Cavani-gol. Gilda e Alberto saltano urlando, poi si ricordano di essere in terra nemica e si danno un tono. Arriva il rigore per l’Inter. Gli avversari abbandonano la stanza per scaramanzia. Tornano dopo la rete di Alvarez avvolti in un’esultanza silenziosa, ma zitti restano pure sul rigore segnato poco dopo dal Matador. Fabio annuncia che la partita non gli interessa, Edinson segna il terzo gol. Lutto. Pasquale sparecchia. Alberto se ne va. Il covo di interisti è stato espugnato. Gilda sorride”.
La Redazione
P.S.
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